Il Movimento Italiano genitori ( Moige) ha scelto come testimonial nella lotta contro il cyberbullismo, Elisa Isoardi, compagna del leghista Matteo Salvini: Selvaggia Lucarelli ha commentato, con la rituale stereotipata verve sarcastica, la scelta effettuata, sentenziando che la Isoardi sia inappropriata per tale ruolo.
“Mi piacerebbe capire come possa essere credibile la Isoardi come ambasciatrice nella lotta contro il cyberbullismo, quando non le riesce manco di convincere il suo fidanzato a smetterla col cyberbullismo nei confronti della Boldrini, immigrati e così via” ha scritto la giornalista su Facebook riferendosi chiaramente a Matteo Salvini.
La Lucarelli ha sottolineato che il leader della Lega Nord istiga al cyberbullismo, sotto ogni suo post albergano i peggiori insulti della rete – soprattutto in quello che apponeva dei dubbi sulla violenza sessuale dei carabinieri -. Ha concluso asserendo che la lotta al cyberbullismo, la Isoardi, dovrebbe dapprima intraprenderla a casa sua. “Tenetevi Eleonora Daniele, come testimonial, che mi pare un tantino più credibile, fatemi il favore va”.
Selvaggia Lucarelli è onnipresente, una e trina, opinionista, conduttrice televisiva, conduttrice radiofonica e blogger italiana, attacca ciclicamente e ferocemente chi non le va a genio. Le aggressioni verbali ad Alba Parietti stigmatizzano, da sole, i comportamenti rituali della signora. La giornalista e il suo fidanzato hanno querelato per diffamazione la Parietti, chiedendole 180mila euro di danni: le due signore si sono attaccate reciprocamente ma probabilmente per l’opinionista la show girl non era autorizzata a controbattere. Come si usa dire cencio dice male di straccio: si accusa chi compie le nostre azioni.
La donna definita la più influente del web, la più temuta, cattiva per finta, costretta ad ammantarsi del pallido ricordo di Crudelia De Mon, sproloquia da uno scranno eretto da una massa informe di seguaci: le sue banalità sono mistificate in dotte esternazioni ciniche. Per la serie vorrei tanto essere la divina Hedda Hopper.