Lo storico John Dickie ha realizzato il docu-film “Dietro l’altare“: inchiesta internazionale sui casi di pedofilia nella Chiesa. Andrà in onda in prima tv mondiale il 26 luglio alle 21,10 su Sky. Un viaggio che analizza l’orrore e la depravazione celata dall’omertà in Francia, Italia, Stati Uniti – ad Altoona-Johnstown, in Pennsylvania, per un’inchiesta su centinaia di bambini vittime di abusi sessuali – Germania, Honduras, Argentina. Vescovi e cardinali omertosi non puniti, inspiegabilmente promossi.
Il docum-film illustra il famoso caso Barbarin, il cardinale di Lione accusato di aver coperto l’operato di un un prete pedofilo. L’inchiesta incolpa, neppur tanto velatamente, Papa Bergoglio. Il tribunale vaticano, prediposto a processare i vescovi accusati di proteggere molestatori e stupratori, promosso dalla Commissione pontificia per la tutela dei minori e approvato dallo stesso Francesco, è praticamente scomparso.
Una frase di Papa Francesco “non dobbiamo tollerare gli abusi sui minori. Dobbiamo difendere i minori. Dobbiamo punire severamente gli abusatori” è l’elemento conduttore del film che parte da Lione, dalle parole della vittima di padre Prenant, Alexandre Ezez, un uomo di 44 anni, violentato quando era scout: la Chiesa lionese, per non creare scandali, aveva sotterrato la realtà. Alexandre dopo anni aveva scoperto che padre Prenant era ancora un prete a contatto con i bambini. L’uomo aveva contattato il cardinale di Lione Barbarin, avvertendolo del pericolo: dal 1991 la diocesi di Lione conosceva perfettamente la perversione di Prenant.
70 denunce pendono sulla testa di Prenant già attivo da seminarista: solo l’anno scorso è stato sospeso a divinis ma il cardinale Barbarin è indisturbato al suo posto. Non è possibile avere dei dati certi sui preti che finora sono stati ridotti allo stato laicale.
Viene inoltre raccontato il caso Don Inzoli, il prete da poco è stato ridotto allo stato laicale: uno dei massimi dirigenti di Comunione e Liberazione, accusato di pedofilia, toccava i ragazzini anche durante le confessioni. Papa Bergoglio inizialmente aveva cercato di impedire che fosse destituito dalla sua posizione. Di fronte alle testimonianze sconvolgenti disse ai suoi collaboratori di essere stato informato erroneamente. “Chi lo ha informato male? Cosa vuole fare Papa Bergoglio con la pedofilia?” pare gridare l’autore dell’inchiesta.