Alessandra Celentano: "No a ballerine grasse, oltre taglia 42"

La professoressa di Amici, nonostante le polemiche scaturite dopo lo scontro con l’allieva Vittoria Markov, persevera nell'esposizione del suo decalogo estetico per la ballerina, definendo i limiti da non superare.

Alessandra Celentano: "No a ballerine grasse, oltre taglia 42"

Alessandra Celentano persevera nella sua lotta contro il sovrappeso. Dopo aver posto l’accento sul “collo del piede” di Agata Reale e le “gambe tozze” di Susy Fuccillo, si è scagliata contro Vittoria Markov.

Le critiche nei confronti della Celentano sono state numerose, accanite, per i suoi giudizi brutali, spietati nei confronti della ragazza che, a suo dire, non ha una fisicità idonea per ballare, troppo grassa.

La coreografa rincara la dose dicendo che una taglia 42 va bene per la danza, non si può pensare di essere armoniosi con una 46, 48 o 50: si può essere una ragazza armoniosa, con le proporzioni giuste ma non avere quel tipo di fisicità idonea per la danza. Conclude dicendo che il suo giudizio non concerne mai la persona, lei focalizza la sua attenzione sulle caratteristiche estetiche che il ballo esige.

Il suo modo di fare schietto e diretto viene spesso frainteso, la Celentano tiene a ribadire che lei pensa al bene degli alunni di Amici, vuole metterli alla prova, in previsione di una carriera futura.

 “Esistono le eccezioni: ci sono ballerine che non riscontrano il mio gusto estetico, ma che hanno un talento talmente marcato che fanno dimenticare ogni difetto. Ma questo dipende solo dal tipo di danza: ci sono stili che permettono un accesso anche a chi non è perfetto fisicamente”. Cerca forse di aggiustare il tiro?

La sensibilità della Celentano pare sovente lasciata in camerino, come quando ha detto seccamente all’allieva Vittoria di essere sovrappeso e di avere limiti tecnici e fisici. La ballerina è scoppiata in lacrime, decisamente umiliata dal modo in cui la coreografa ha espresso il suo pensiero. Forse il vero problema non è il contenuto ma il modo in cui esprime il proprio dissenso verso le pecche dei suoi allievi. Un minimo di rispetto, non guasta.

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