La “Promotrice delle Belle Arti” al parco del Valentino ospiterà, dal 18 marzo al 25 giugno, la mostra “Titanic – The Artifact Exibition”, l’esposizione creata dai proprietari del relitto del Titanic, affondato per la collisione con un iceberg nella notte tra il 14 ed il 15 aprile 1912.
La società statunitense “Premiere Exhibitions” ha acquistato il relitto, che giace nelle acque dell’oceano da più di cento anni, conducendo sette spedizioni tra il 1987 e il 2004, salvando circa 5.500 oggetti. L’artefatto più grande, recuperato nel 1998, è la sezione dello scafo di 17 tonnellate. Una selezione dei reperti sarà esposta per la prima volta in Italia nella mostra organizzata con “Dimensione Eventi”.
La mostra itinerante ha avuto 25 milioni di visitatori nel mondo: un viaggio emozionale, catartico, negli ambienti lussuosi, nelle vite dei passeggeri del Titanic, divenuti, nell’immaginario collettivo, passeggeri eterni su una nave perduta nel suo viaggio perpetuo.
Gli spettatori potranno vedere pezzi autentici della nave – conservati ad una temperatura tra i 17 e i 21 gradi per garantirne la preservazione – gli oggetti originali recuperati nelle cabine dei passeggeri, la ricostruzione in scala reale di una cabina di prima classe e una di terza, per comprendere le evidenti differenze, il celeberrimo ponte principale, la ricostruzione reale della parete di ghiaccio che farà rivivere il naufragio del mattino del 15 aprile 1912.
Dei 38 italiani imbarcati sul Titanic, ben 14 erano piemontesi, 13 lavoravano come camerieri, uno faceva il macellaio. Gli italiani paganti erano solo sette, in seconda e terza classe, tre solamente sono sopravvissuti, tra cui Argene Genovesi che era incinta e partorì pochi mesi dopo.
In esclusiva per l’esposizione italiana al Valentino sarà allestita anche una stanza dedicata agli italiani presenti sul Titanic, un modellino in scala 1 a 100 con i quattro ponti superiori completamente arredati. La curatrice della mostra, Alexandra Klingelhofer, dice che il suo intento è quello di conservare i reperti affinchè le generazioni future possano conoscere da vicino una delle tragedie del novecento.