Opera Software è una software house norvegese che ha basato le sue fortune sul browser Opera che, nato per PC e, poi, sbarcato su device mobili, consente di velocizzare la navigazione grazie alla compressione dei dati scambiati tra il web ed il device dell’utente utilizzatore. Come anticipato qualche settimana fa, la sua app Opera Max, finalizzata proprio al risparmio dati in mobilità, ha ricevuto dei cambiamenti in ambito privacy: ecco come funzionano.
Opera Max è uno spin-off del browser Opera, ed è nato come applicazione per consentire il risparmio dei dati offerti dal proprio piano di connettività mobile: ci riesce inviando le richieste ai server di Opera che comprimono i dati in arrivo dai siti o dai servizi che vogliamo consultare e, quindi, inviano al nostro device meno dati. Di conseguenza la navigazione in mobilità, grazie ad Opera Max, sarà più veloce e meno dispendiosa in termini di Megabyte consumati.
A metà Ottobre, si diffuse la notizia che Opera Max avrebbe integrato una modalità privacy frutto di un esperimento software portato avanti, col nome di “S Secure”, su alcuni Samsung (i J5 e J7 Prime) distribuiti nel territorio cinese (la nuova proprietaria di Opera Software è la cinese Qihoo 360, realizzatrice di un ottimo antivirus). In effetti, la cosa è stata fatta e tale modalità risulta effettivamente implementata: installando l’ultima versione di Opera Max dal PlayStore di Android, oltre alla classica sezione “Risparmia dati mobili-dati/dati Wi-Fi, troviamo la cosiddetta “Modalità riservata”.
Entrati nella sezione in questione, un alert (con tanto di triangolo bianco su sfondo rosso) ci avviserà che siamo a rischio e, quindi, ci proporrà di proteggerci. Se accettiamo, entrerà in funzione un filtro basato sul database di EasyPrivacy, e – dopo un po’ – comparirà una cronologia delle app che più inviano nostri dati a server di terze parti: con la protezione attiva, verrà impedito che tali comunicazioni “occulte” avvengano e, nel contempo, verranno bloccate anche le azioni dei tracker e dei cookies traccianti sovente utilizzati dai siti web per mostrarci pubblicità mirate. Non solo: grazie a questa sorta di “modalità incognito” in salsa sino-norvegese, si potrà disporre anche di una connettività criptata end (il nostro terminale) to end (il server di Opera) particolarmente utile quando si è costretti ad usufruire di una rete wireless pubblica.
La funzione in questione, nota – ricordiamolo – come “Modalità riservata” è in fase di attivazione lato server sull’ultima versione di Opera Max ma, purtroppo, rivela una sorpresa poco piacevole. La protezione della privacy, una volta attivata, ha una durata di 12 ore scadute le quali comparirà un avviso, con tanto di banner in basso, che ci inviterà a riattivare la protezione, sempre in forma gratuita, sempre per 12 ore. E così via all’infinito.
Insomma, è un po’ la logica “noiosa” del nagware che, a suon di ricorrenti avvisi, vuol indurci a mettere in atto una particolare azione: nella fattispecie in oggetto, il rinnovo della protezione Opera Max per altre 12 ore.
Il perché di questa scelta è presto detto: Opera Max, diversamente, funzionerebbe sempre in background e ci si dimenticherebbe della sua esistenza. I server di Opera che erogano il servizio di VPN (virtual private network con filtro anti pubblicitario) costano davvero molto e, quindi, Opera ha dovuto adottare un particolare accorgimento pur di rifarsi almeno delle spese: l’alternativa sarebbe stata il rendere l’app a pagamento e, considerando la presenza di altre app similari gratuite, ciò sarebbe stato una sorta di suicidio.