Il prossimo anno dovrebbe essere quello in cui i big della tecnologia si sfideranno a suon di dispositivi ed applicazioni legate alla realtà virtuale e a quella aumentata (es. gli Hololens sviluppati da Kipman per Microsoft). Tra i tanti protagonisti di questa nuova moda tecnologica, non avevamo ancora letto il nome di “Apple“. Ecco, il passato è d’obbligo perché è appena emerso che Cupertino sarebbe “sul pezzo” sin da lontano 2010…
Come sempre avviene nei periodi di stanca tecnologica, un po’ di brio viene dai mitici archivi dell’Ufficio americano brevetti (il Patent and Trademark Office USA): quivi è stato reperita una richiesta di brevetto (la numero 9367093) che Apple ha presentato in merito ad un “Transparent Electronic Device”.
Entrando nel dettaglio della documentazione e delle foto allegate al brevetto di cui sopra, si nota come Apple parli di un dispositivo che permette di continuare a lavorare sulle informazioni apparse a schermo mentre, sullo sfondo, appaiono persone, oggetti, od altri elementi che, verisimilmente, verranno dettagliate proprio dalle informazioni visualizzate.
A quanto pare, quindi, potrebbe essere il tipico caso di un’applicazione dedicata al mondo della realtà aumentata. Il sistema ipotizzato da Apple, in particolare attribuito ad Aleksandar Pance, si baserebbe su due o più schermi flessibili (attivi o passivi, secondo le immagini da visualizzare) e – data la natura e denominazione del device in questione – potrebbe coincidere con una sorta di visore dedicato nel quale anche la circuiteria interna dovrebbe, giocoforza, essere flessibile.
Una conferma, in tal senso, verrebbe anche da un altro brevetto (9305402) depositato per conto di Apple Inc. dall’inventore Aleksandar Pance: nel brevetto in questione (intitolato “Synchronized, interactive augmented reality displays for multifunction devices”), Pance parlerebbe di un dispositivo che, mentre l’utente è in movimento, sarebbe in grado di acquisire video dalla realtà e di riconoscerne gli oggetti compresi corredandoli con “uno strato di informazioni” che si adaterebbe man mano che (grazie ai sensori interni) cambierebbe la prospettiva di inquadramento.
Come dite? Sembra la descrizione di un visore per la realtà aumentata? Appunto! Il bello è che molti di questi brevetti sono datati 2010 quando Steve Jobs era ancora in vita: appena dopo la sua morte, il Times sostenne che Jobs avesse affidato per tempo diversi prototipi innovativi nelle mani dei suoi collaboratori cupertiniani. Che anche il visore di cui sopra fosse compreso nel lascito tecnologico del geniale Jobs?