Una manciata di giorni fa, la sudcoreana Samsung ha annunciato la disponibilità – per ora solo sul mercato statunitense – della versione corazzata (lett. “rugged”) del suo ultimo top di gamma telefonico, il Galaxy S7. La versione “Active” sembra capace di resistere davvero ad ogni prova e, nei primi drop test (test di resistenza), ha decisamente umiliato il fratellino S7…
Tanto per intenderci, a livello di specifiche, il Galaxy S7 Active non presenta particolari novità. Ad animarlo vi è sempre un processore Qualcomm Snapdragon 820 con 4 GB di RAM ed uno storage, espandibile, di 32 GB. Il display è un Super AMOLED da 5.1 pollici con risoluzione QHD e le fotocamere sono da 5 megapixel, l’anteriore, e da 12 quella posteriore. La dotazione di connettività è la medesima ed anche il sensore biometrico posto nella parte anteriore è la medesima: ovviamente, si tratta di un device aggiornato all’ultima release di Android (Marshmallow). Le similitudini con l’S7 classico, però, finiscono qui.
Il Galaxy S7 Active ha una durata di gran lunga maggiore, grazie ad una batteria da 4000 mAh e, soprattutto, è dannatamente resistente. Oltre alla certificazione IP68 per protezione completa contro acqua e polvere, questo device ha anche la Military Grade Body (MIL STD-810G) ottenuta tramite una serie di scelte progettuali e costruttive intelligenti e ben calibrate. Il vetro del pannello anteriore è “shatter resistent” e regge a cadute da 1 metro e mezzo di altezza, la scocca è rinforzata ed i pulsanti touch sensitive sono sostituiti da pulsanti fisici (a proposito, sotto quello del volume, vi è l’Active Key che permette di attivare direttamente molte funzionalità).
Tutto questo ha portato sicuramente a dei vantaggi tangibili ma vale davvero la pena rinunciare alla bell’estetica del tradizionale Galaxy S7 per disporre di un device ugualmente potente ma ben più resistente? A quanto pare sì. Ad aver messo alla prova il nuovo Galaxy S7 Active è stata la redazione di PhoneBuff che ha sottoposto il nuovo venuto Samsung a dei test di resistenza molto severi che hanno visto tale device cadere a terra da 1 metro in tutte le angolazioni possibili.
Gli esiti. Cadendo col lato basso o col bordo laterale, il Galaxy S7 Active e l’S7 normali erano alla pari: danni praticamente inesistenti. Cadendo con la backcover rivolta al pavimento (un mattone di pietra bello grosso), il Galaxy S7 normale si scheggiava ma rimaneva funzionante: il concorrente Active rimaneva intonso. Sporco mai intonso. Dove, però, Active ha sfoderato il colpo della vittoria è stato nella caduta a faccia ingiù! Dopo la prima caduta col display verso il pavimento, l’S7 tradizionale diveniva inutilizzabile mentre il fratello corazzato reggeva alla medesima prova per ben 50 cadute di fila! Pazzesco!