L’arte di correre sotto la pioggia viene pubblicato negli Stati Uniti nel 2008 e in Italia nel 2009 e definito dal –New York Times– “Una storia intensa e toccante, che parla di speranza, redenzione e del potere catartico dell’amore”, narra l’incredibile storia di Denny e del suo cane Enzo, il quale, da quando è entrato a far parte della sua vita, ha condiviso tutto con Denny, tra cui la passione per le macchine da corsa.
Denny è un pilota di auto da corsa. Nel corso del racconto, incontra Eve, donna di cui si innamora e dalla quale ha una figlia, Zoe. La loro storia è, però, travagliata perché Eve si ammala e muore. I genitori della donna fanno di tutto per sottrarre a Denny la piccola Zoe richiedendo l’affido. L’unico vero amico che gli rimane è il suo cane Enzo, voce narrante dell’intera storia.
Gli ultimi due capitoli del romanzo, a parer mio, sono quelli più toccanti. Giunti al momento in cui Denny vince la causa per l’affidamento di Zoe, Enzo oramai è vecchio e stà per morire. Per amore di rivedere la piccola Zoe ricongiungersi al padre, resite, esita e non cede.
Non è scontato e non è la classica storia tra l’uomo e l’animale domenstico, è la storia di due amici perfetti in corpi diversi e trasmette sincerità, purezza e rispetto. Per quanto l’uomo possa cercare, come è giusto che sia, rapporti con i propri pari, non significa che un animale non possa darti lo stesso amore, la stessa fiducia e sincerità che un altro essere umano può dare.
Questo romanzo mette in evidenza proprio questo aspetto e lo consiglio vivamente, perché, aldilà delle bellissime sensazioni che ha suscitato in me durante la lettura, fa comprendere la bellezza nel creare rapporti sinceri e durati e l’importanza di trattare con cura chi ti circonda e le relazioni instaurate.