Il mercato dei browser ruota, ormai, attorno a Chrome che Google ha saputo imporre come strumento principe per la navigazione nel web, a scapito dei pur diffusi Firefox ed Internet Explorer (presto soppiantato dal cugino Edge).
All’ombra del browser di Mountain View, della “volpe di fuoco”, e della grande E della Microsoft, esistono – però – altri piccoli contender della navigazione internettiana e, tra questi, primeggia – senza alcun dubbio – Opera.
Secondo alcuni rumors, sembra che un consorzio cinese, capitanato da Qihoo 360 e Beijing Kunlun Tech Col, Ltd, sarebbe sul punto di acquistare proprio Opera, il noto browser norvegese.
Opera nacque nel 1994 da un progetto della più grande compagnia telefonica norvegese, la Telenor, e – a partire dal 1995 – fu sviluppato da una società ad hoc, la Opera Software. Nel corso degli anni si è affermato come uno dei migliori browser per Desktop e, nell’epoca degli smartphone, è stato affiancato da uno spin-off, Opera Mini, dedicato alla navigazione mobile. Attualmente il browser in questione, dotato del supporto alle estensioni e di una tecnologia di pre-caricamento delle pagine che ne velocizza il rendering (e fa risparmiare traffico dati) vanta una platea di 350 milioni di utilizzatori diffusi in tutto il mondo.
Già da Agosto, lo staff di Opera aveva fatto sapere di essere interessato a cedere la proprietà del celebre software visto che, dall’abolizione dei banner interni nel 2005, è sempre stato difficile monetizzare la sua pur cospicua platea di utilizzatori. Dopo lunghe trattative, finalmente, sembra che il momento per un passaggio di mano sia arrivato visto che il CEO di Opera – Lars Boilesen – ha confermato l’esistenza di un’offerta d’acquisto da parte di un consorzio capitanato da Qihoo 360, realizzatrice di antivirus, e Beijing Kunlun Tech Col, Ltd, famosa gaming house cinese.
Nello specifico, spiega Boilsen in un comunicato che ha fatto letteralmente impazzire la Borsa di Oslo (e sospendere le contrattazioni del titolo), Beijing Kunlun Tech Col, Ltd e Qih00 360 (col supporto dei fondi di investimento Golden Brick e Yonglian) avrebbero messo sul piatto 1,2 miliardi di dollari (10,4 miliardi di corone norvegesi) con una sopravvalutazione del 53% del valore azionario di Opera Software riscontrato, il 4 di Febbraio, alla Borsa nazionale norvegese.
A quanto pare, il consorzio cinese sarebbe interessato ai 350 milioni di utilizzatori di Opera browser, alle possibilità del suo browser mobile, ai brevetti della modalità di navigazione Turbo, e – ovviamente – alle buone performance della piattaforma di pubblicità mobile “Opera Mediawork” che, attualmente, fornisce il 75% degli introiti a Boilsen & soci. La finalità dei cinesi è evidente: realizzare una sinergia in cui Opera si diffonde maggiormente sul mercato cinese ed i suoi utilizzatori mondiali imparano a conoscere più da vicino i prodotti di Qihoo e Kunlun.
Sarà matrimonio tra i norvegesi di Opera ed i cinesi del consorzio in questione? Sì. Secondo Boilsen, infatti, il consiglio di amministrazione della sua società ha subito approvato l’offerta preliminare (che dovrà essere passata al vaglio dalle autorità norvegesi e dagli azionisti di Opera) in quanto si ravvisa che il consorzio, con la sua solida posizione sul mercato cinese e con la sua dote di esperienza, possa fornire ad Opera uno sprint per l‘innovazione tecnologica e per una maggiore penetrazione sul mercato.
Insomma, l’offerta fatta dal consorzio cinese Qihoo 360 e Kunlun è buona e – essendoci una logica industriale e strategica convincente alla base della proposta di acquisizione di Opera – porterà ben presto il piccolo browser norvegese ad avere…gli occhi a mandorla.