La nuova frontiera della robotica, detta “robotica soffice”, consisterà nello sviluppare robot simili a uomini ed animali con componenti rigide e materiali soft. A rivelarlo è la dottoressa Cecilia Laschi, dell’Istituto di BioRobotica Sant’Anna di Pisa.
Nello specifico la dottoressa Laschi, una delle 25 donne che più ha contribuito allo sviluppo della robotica nel 2015, ha spiegato all’Ansa lo stato dell’arte della robotica “soffice” grazie alle sperimentazioni in corso, nell’ambito del consorzio europeo SoftRobotics, presso l’istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
La robotica soffice, grazie a competenze che vengono dallo studio dei materiali, dall’elasto-dinamica, dallo studio della vita, ha permesso la realizzazione di robot pluri-funzionali applicabili in diversi contesti.
Uno di questi è senza dubbio quello dell’assistenza agli anziani ed alle persone con difficoltà fisiche e motorie. Anche l’ambito medico ha ricevuto una certa attenzione dalla robotica soffice vista la realizzazione di parti che simulano il funzionamento di organi umani. Persino le applicazioni in contesti di emergenza o esplorativi non sono da scartare vista la realizzazione di robot soffici con forme di polpi, meduse, pesci e bruchi.
Con tali premesse, spiega la dottoressa Cecilia Laschi, sono stati realizzati un endoscopio soft e, a livello di laringe, delle corde vocali soffici. Si badi bene, ci tiene a precisare il cervellone italiano, non si tratta di protesi ma di elementi di simulazione che, imitando il funzionamento delle componenti umane autentiche, permettono di studiare meglio le malattie che possono affliggerle.
Molto interessante, poi, è anche la creazione di i-Support, una proboscide morbida che si installa nella cabina della doccia, direttamente, alla parete e che è in grado di erogare in maniera intelligente e distribuita acqua e bagnoschiuma per aiutare gli anziani a detergersi Probabilmente, in futuro, potrebbe diventare qualcosa di più simile ad una mano, o ad un arto, con l’inclusione di ben 3 dita morbide.
Insomma, se sul piano della robotica classica lasciamo il passo ai giganti della tecnologia a stelle e strisce (es. Google), almeno nell’ambito della robotica morbida (o “robotica soffice”) l’Italia è destinata a recitare un ruolo da vera protagonista in contesti davvero importanti come l’interazione con l’ambiente e con l’uomo in forme e modi più sicuri di quelli attuali.