Twitter è un social network gratuito creato nel marzo del 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco. Permette di scrivere messaggi, sia pubblici che diretti ad un solo utente, della lunghezza di 140 caratteri, 120 se si allega anche un’immagine.
Il suo nome deriva dal verbo inglese “to tweet”, cioè cinguettare; ciò spiega anche la scelta del suo logo che ritrae proprio un uccellino. Il suo valore è stimato circa a 8,4 miliardi di dollari e conta più di 250 milioni di utenti attivi mensilmente. Una delle sue particolarità uniche sono gli “hastag“, ossia delle parole precedute dal simbolo cancelletto (#), che rimandano a tutti i messaggi contenenti quella parola. Gli hastag più utilizzati vengono poi elencati nella pagina delle tendenze.
Il servizio è divenuto molto popolare anche per la semplicità di utilizzo e la limitazione dei caratteri, che lo rendevano differente dai post prolissi dell’avversario Facebook. Ma cosa accadrebbe se questa limitazione fosse eliminata? Proprio questo riguardano i rumor diffusi in rete: il passaggio dal limite di 140 a 10000 caratteri, sia per i tweet che per i messaggi privati che è possibile scambiare con gli utenti.
Il progetto prende in nome di “beyond140“, la cui versione finale prevede che per i tweet più lunghi di 140 caratteri compaiano dei puntini di sospensione, cliccabili poi per leggere il tweet nella sua interezza.
I più tradizionalisti vedono una minaccia in questo cambiamento, per esempio meno tweet sulla timelime, dato che sarà possibile farne di lunghissimi, meno coinvolgimento da parte degli utenti, che difendono a spada tratta i 140 caratteri diventati ormai il tratto distintivo del social, che perderebbe un po’ della sua identità.
Tra i commenti più rilevanti degli utenti infatti notiamo come secondo molti si perderebbe la caratteristica del social di diffondere notizie chiare e concise, in poche piccole frasi ma di grande potenza comunicativa, lasciando il posto a cinguettii infiniti che forse nessuno leggerà.
A questo punto è legittimo domandarsi: “Twitter diventerà il nuovo Facebook?”. Agli utenti l’ardua sentenza!