Verso la metà del Febbraio 2014, Facebook annunciò al mondo di aver acquistato Whatsapp, a peso d’oro, la più diffusa applicazione di messaggistica al mondo. Zuckerberg è ancora alla ricerca di modi proficui per mettere a frutto il grande parco di utilizzatori di quest’app ma, intanto, pensa a difendere bene il suo “orticello”. Secondo alcuni utenti di Whatsapp, infatti, nei giorni scorsi Facebook avrebbe bloccato i link di Telegram nelle chat di Whatsapp mentre, nelle ultime ore, risulterebbe cancellata la pagina ufficiale di Telegram su Facebook.
La prima misura accennata poc’anzi sembrerebbe riguardare, per ora, solo gli utenti di Android e non ancora quelli di iOS. In sostanza cosa succede col banning di Telegram nelle conversazioni di Whatsapp? E’ presto detto: qualora vi troviate a ricevere un link telegram nel corso di una chat, non potrete né cliccarlo né copiarlo. Una vera e propria inibizione che, tuttavia, può essere facilmente aggirabile grazie ad uno dei tanti servizi di url shortening diffusi in rete (es. Goog.l, Bit.ly, o Tinyurl) capaci di mascherare l’url reale con uno più accorciato (in genere si usano questi servizi maggiormente su Twitter, visto la restrizione dei messaggi a 140 caratteri).
Quanto, invece, alla scomparsa della pagina ufficiale di Telegram da Facebook, a darne notizia, con un comunicato ufficiale, è la stessa Telegram che, stando a quanto viene spiegato, ha notato la scomparsa della propria pagina ufficiale sul social di Menlo Park ma non è riuscita a capirne la ragione. Di fatto, la pagina in oggetto (https://www.facebook.com/tlgrm, per chi volesse seguire gli sviluppi della vicenda) prima c’era ed oggi, invece, risulta “al momento non disponibile” con la motivazione che il link “potrebbe essere scaduto o visibile a un pubblico di cui non facciamo parte”.
Quello che ci si può chiedere, notando che davvero Facebook ha inibito i link di Telegram nelle sue chat (almeno su Android), e tenendo conto del fatto che la pagina ufficiale del medesimo Telegram è scomparsa su Facebook, è se si tratti di errori, di bug, o di una vera e propria presa di posizione anti-concorrenziale. Facebook, al momento in cui scriviamo, non ha rilasciato comunicazioni ufficiali sulle succitate questioni.