“Tutto nasce oltre tre anni fa, quando abbiamo iniziato a pianificare la partecipazione di Alessia alle Olimpiadi, con l’India – spiega il padre Diego Dipol – Due anni di gare, allenamenti, pratiche burocratiche, ma l’India è stata esclusa dai Giochi. Allora abbiamo dovuto ricominciare tutto, con il Togo“.
E’ davvero una strana storia, quella di Alessia Dipol che non ha né il doppio passaporto né tantomeno parenti in Togo. Si tratta solamente di una ragazza di diciotto anni di San Vito di Cadore che ha deciso di partecipare alle Olimpiadi invernali di Sochi ad ogni costo.
Così, dopo mesi di allenamenti ed un primo tentativo di partecipare con l’India, è riuscita finalmente ad ottenere il pass per le Olimpiadi invernali di Sochi con il Togo. Alessia parteciperà alle gare di slalom speciale e gigante e alla cerimonia di chiusura sarà anche portabandiera della nazionale africana.
Ci chiediamo a questo punto perché una ragazza così appassionata di questo sport sia costretta a peregrinare per il mondo per poter realizzare il proprio sogno di partecipare alle Olimpiadi: magari non avrà avuto tempi da campionessa mondiale, ma una chance la federazione italiana, proprio non poteva dargliela?