Windows 10 è sicuramente un buon sistema operativo: il fatto che i suoi aggiornamenti non siano opzionali ma obbligatori, se pure può dar fastidio da un certo punto di vista, è pur vero che obbliga tutti a mettere velocemente in sicurezza i propri computer.
Il problema, semmai, consiste nella politica un po’ troppo aggressiva che Microsoft ha adottato per spingere la diffusione del suo nuovo sistema operativo, forse memore dell’eccessivo attaccamento del pubblico al suo vecchio e glorioso Windows XP.
Redmond, infatti, ha varato offerte commerciali convenienti per favorire l’acquisto di device con Windows 10, ha commercializzato in prima persona splendidi device (i Surface) e ha – purtroppo – quasi obbligato ad installare Windows 10 (la prenotazione, il download coatto del pacchetto di aggiornamento da più di 3 GB…) da parte di persone che, forse, proprio pronte a passare al nuovo OS non lo erano: già, infatti, per molti, era stato un trauma passare a Windows 8, vedendosi sparire il pulsante Start e, nel contempo, vedendosi caricare quella strana interfaccia a mattonelle dinamiche (le live tiles).
Ora, probabilmente, molte persone si erano abituate al nuovo Windows 8 e si ritrovano di nuovo un cambiamento, anzi, un sistema – Windows 10 – concepito come “software as a service” e, quindi, destinato ad essere in continua evoluzione. Potevano non esservi conseguenze? No. E difatti la gente ha accusato qualche problema di indigestione “informatica” anche in questo caso.
A comunicarlo è stata una società statunitense, da molto impegnata nel settore dell’assistenza informatica, la Rescuecom. Secondo l’azienda in questione, nel terzo trimestre del 2015, solo l’11% delle chiamate ha riguardato problemi con virus e malware mentre percentuali tra il 7.4 ed il 5.9% hanno riguardato problemi di lentezza del computer e difficoltà con la compatibilità dell’hardware.
La temutissima black screen of death, BSOD, ha riguardato appena l’1,2% delle richieste di aiuto. Qual era dunque il problema più riscontrato dai clienti di questa società di riparazione ed assistenza? Ovviamente le difficoltà col nuovo Windows e con le applicazioni del suo Windows Store.
Come abbiamo già detto in principio d’articolo, Windows 10 è davvero un ottimo sistema operativo, ha tante funzionalità utili inserite in un contesto sicuramente più familiare del passato Windows 8.
Tuttavia bisognava mettere in conto che spingere verso un aggiornamento software obbligatorio così rilevante avrebbe messo di fronte a cotante novità un’utenza davvero vasta, dall’operaio al tecnico di laboratorio, con conseguenze inevitabili sulla capacità di tutti di usare un nuovo sistema operativo come Windows 10.
Forse, diciamo forse, era il caso di prevedere, come Windows XP, una guida che partisse automaticamente a sistema operativo installato, in modo da consentire alle persone di capire come usare le novità del nuovo OS: ormai la frittata è fatta ed è quasi sicuro che, col passare del tempo, e con l’esperienza che ne nascerà, anche queste preoccupazioni dell’utenza comune scemeranno man mano.