Il nostro Parlamento si affida a un tool di stenografia automatizzata

In seguito ad una commessa affidata alla società brindisina CEDAT 85, il lavoro degli stenografi parlamentari verrà sostituito (quasi del tutto) da un sistema di riconoscimento e digitalizzazione automatica degli interventi in Aula

Il nostro Parlamento si affida a un tool di stenografia automatizzata

Il riconoscimento vocale è una pratica tecnologica che consiste nel tradurre un flusso audio nel suo equivalente testuale digitale che, in seguito, potrà essere rielaborato e formattato come siamo, da moto tempo, abituati a fare grazie a diverse suite di produttività (in primis Office ed Open Office).

La sua utilità è indubbia, specie nel caso di persone con disabilità: costoro, non riuscendo ad usare le mani, potranno comunque “scrivere” dei testi grazie all’uso della loro voce ed all’implementazione di un programma che traduce tale voce in parole scritte.

Da oggi tutto questo sbarca anche nel Parlamento italiano grazie ad una commessa triennale, del valore di 480 milioni di euro, affidata alla società brindisina CEDAT 85 che permetterà di trascrivere digitalmente, in tempo reale, gli interventi dei nostri parlamentari.

Nello specifico la commessa in questione prevede l’uso della piattaforma magnetofono ASR (Automatic Speech Recognition) che opererà il riconoscimento vocale degli interventi dei Parlamentari durante le sessioni nelle due Camere e, a registrazione avvenuta, organizzerà il tutto in base a chi ha preso la parola o al tema di discussione: in pratica il programma riverserà in digitale o i singoli interventi o ciò che, su un dato tema, è stato dichiarato da più persone. 

Di sicuro tale prassi rappresenterà un deciso passo avanti rispetto a quello che accade oggi. Attualmente, infatti, gli interventi in Aula vengono registrati, e sbobinati ogni 5 minuti per essere riversati in digitale dagli stenografi.

Col nuovo sistema, invece, sarà proprio il ruolo degli stenografi a doversi, gioco forza, evolversi: ASR, infatti, registrerà – è vero – gli interventi in automatico ma agli stenografi sarà comunque richiesto di essere presenti per supervisionare all’intero funzionamento di ASR e per intervenire in caso di “incidenti sonori che possano aver condizionato il riconoscimento”. Così come – aggiungiamo noi – in caso di equivoci dettati da cattivo audio o da parlate un po’ troppo regionalizzate…

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