Gli ultimi periodi non sembrano essere particolarmente felici per la taiwanese HTC: le vendite non vanno come ci si aspetterebbe e il nuovo HTC One 9 è stato investito da alcune critiche (immotivate) secondo le quali questo device era una sorta di…melafonino senza la serigrafia di Apple (in realtà è il contrario…).
HTC, ad ogni modo, non si rassegna e prosegue la sua attività siglando nuovi accordi per trovare uno sbocco pratico ai suoi smartphone, abitualmente di elevata qualità. Dall’Asia, infatti, giunge notizia che la società in questione, con sede a Xindian (Nuova Taipei), avrebbe siglato un accordo con l’agenzia di sicurezza nazionale NSB (National Security Bureau) per la distribuzione di smartphone antispionaggio, sostituendo – in tal modo – i telefoni prodotti dai rivali Asus ed Acer.
Nello specifico, l’accordo prevederebbe la fornitura di dispositivi top di gamma simili all’HTC Butterfly ma con “opportune” modifiche: nei device in questione sarebbe stato aggiunto un chip per il criptaggio delle informazioni e delle comunicazioni e sarebbero state rimosse le funzionalità GPS. Tutto ciò, nelle intenzioni di HTC, dovrebbe far sì che le persone dotate di questi particolari smartphone non vengano tracciati, tramite i dati scambiati dalle applicazioni, per mezzo del satellite cinese BeiDou.
Decisamente, quindi, un bel colpo per la HTC che, di fatti, ha ottenuto una bella commessa nell’ambito delle forniture governative locali. L’accordo, inoltre, è stato anche confermato pubblicamente da Yang Kuo-chiang, direttore generale della NSB (una sorta di Cia locale) il quale ha ammesso che “da aprile scorso, gli smartphone criptati di HTC sono stati utilizzati dal Presidente, dal Vice Presidente e dagli alti funzionari delle agenzie di militari e di sicurezza nazionale”.
La motivazione di tale scelta, sempre secondo il parere di Kuo-chiang, consiste nel fatto che tali smartphone, per le modifiche tecniche che adottano, sono “assolutamente” sicuri. Sempre ammesso che esista qualcosa di veramente sicuro, a questo mondo…