Il 16 Settembre 2015 si è aperta a Roma la fiera dell’artigianato digitale meglio nota come “Maker Faire 2015” ed a inaugurare l’evento è stato proprio uno dei dispositivi che maggiormente hanno attirato l’attenzione nel corso della giornata, ovvero l’umanoide WALKMAN realizzato dall’ITT (Istituto Italiano di tecnologia).
WALKMAN, come detto, è un “robusto” (120 kg) umanoide di quasi 2 metri (1,85 m) realizzato prevalentemente in Ergal con piccole percentuali di ferro, titanio e plastica. Ad animarlo, lato hardware, sono 2 computer con processori quadcore Intel I7 i quali si occupano di gestire, in accordo con diversi sensori (giroscopi e accelerometri), l’equilibrio del robot, mentre i suoi movimenti vengono erogati grazie a diversi motori, schede di controllo e sensori di coppia di forza.
Dal punto di visto software, invece, tutto ciò che lo riguarda è elaborato dalla piattaforma YARP. WALKMAN è in grado di camminare, di impugnare le cose grazie a delle “mani” dalle capacità manipolatorie simili a quelle umane, di riconoscere persone, cose e situazioni grazie a delle fotocamere ed a uno scanner tridimensionale collocati nella sua testa.
Tra i suoi utilizzi si prevedono tutti quei casi nei quali la presenza umana sarebbe troppo rischiosa: quindi, l’uomo – in sostanza – potrebbe essere sostituito da questo umanoide nell’esplorazione di zone molto contaminate o estremamente disastrate.
A parte questi ed altri contesti “borderline”, WALKMAN non ruberà più di tanto il posto all’uomo. Più che altro genererà posti di lavoro, assicura il suo creatore, il professor Cingolani (raro caso di nomen omen): occorreranno persone per produrlo, persone per curarne la manutenzione, persone che sappiano manovrarlo e svilupparne le capacità.
Eh sì, questo perché il nostro amico robotico non si ferma certo qui: i suoi prossimi traguardi saranno quello di una maggiore fluidità di manovra allorché la capacità di calcolo dei computer sarà cresciuta e le reti permetteranno di trasmettere più dati grazie al 5 ed al 6G. Quando, infine, vi saranno i materiali adatti, si potrà persino pensare di rivestirlo di una epidermide simil-reale che abbia la funzione di ricoprirne i circuiti e di fornire, al suo “Cervello”, tutti gli stimoli sensoriali che possa comportare l’aver una pelle degna di cotanto appellativo.