Uno dei problemi che più di frequente affligge il PlayStore di Android (e solo in misura più marginale l’App Store di Apple) è quello delle applicazioni nocive, applicazioni – cioè – che vengono installate perché ritenute innocue e che invece, poi, prendono il controllo del nostro device generando problemi di varia entità (dalla messa in ostaggio dei nostri dati, al semplice disturbo nella normale fruizione del device).
A quanto pare, Google è rimasta di nuovo vittima di qualche hacker o furbetto della programmazione. Eset, realtà molto versata nella realizzazioni di soluzioni antivirus (es. NOD32), ha comunicato all’azienda di Mountain View la presenza di applicazioni malevole scaricate ben 200 mila volte dai ignari utenti del PlayStore di Android.
Nello specifico, le applicazioni in questione erano mascherate da trucchi per famosi giochi (es. Cheats for Pou, Guide for SubWay e Cheats for SubWay) e contenevano il codice maligno “Android/AdDisplay.Cheastom”: quest’ultimo era in grado di rilevare se veniva eseguito nel Google Bouncer, il sistema che Google usa per valutare la bontà delle applicazioni del suo Store, e – nel caso – ottenesse la risposta positiva (“Google”, nel Whois che richiedeva), si limitava a fornire trucchi e consigli per un dato gioco.
Se, invece, si accorgeva di essere eseguito su un terminale tradizionale, di terzi, allora sparava pubblicità a tutta manetta (ogni 30 o 40 minuti) rendendo, di fatto, il device inutilizzabile.
Disistallarlo, poi, non era per nulla facile. Queste app, infatti, tendono a richiedere i diritti amministrativi che, troppo spesso, si concedono con facilità. A quel punto è inutile pensare di disinstallarle semplicemente andando in Impostazioni/Applicazioni! Occorrerà, infatti, aver prima disabilitato loro i diritti amministrativi: solo allora sarà possibile eseguire un tradizionale cleaning del proprio smartphone o tablet Android.
Google, ad ogni modo, avvisata del problema da Eset, ha provveduto ad una pronta – ma tardiva – rimozione delle applicazioni incriminate. Oramai il danno era bell’e fatto.