A Riccione si è appena tenuto l’88° congresso nazionale della Società italiana di urologia (SIU, www.siu.it) e, tra i dati presentati in sede di discussione, si è visto come circa 3 milioni di italiani soffra di disfunzione erettile e come solo 1 su 3 di questi si curi facendo ricordo, spesso in autodiagnosi, alle famose pillole dell’amore.
Queste ultime, tra l’altro, verrebbero assunte in modo improprio: dopo un’iniziale assunzione, la maggior parte delle persone “problematiche” rinuncerebbe a proseguire il trattamento che, invece, mostra i suoi veri benefici solo a lungo termine (un po’ come chi va in palestra).
Per rimediare a questa situazione e per migliorare l’autoconsapevolezza di fronte ad un problema che spesso viene ignorato e, ancor più frequentemente, trascurato volontariamente (e per vergogna), la SIU ha varato un’applicazione, “Disfunzione erettile: autovalutati”, per Android e iOS, che permette di eseguire (e rieseguire, se del caso) un test per quantificare la probabilità di avere un problema di tipo erettile.
Nello specifico le domande dell’applicazione sono 6 e mirano a stabilire la qualità del rapporto sessuale, e la durata del medesimo, nelle ultime 4 settimane di “attività” intima. Si parte da un minimo di 1 per arrivare, attraverso un sistema di semafori (rosso= disfunzione grave o moderata, giallo= lieve, verde= normale) a 30.
Sommando tutti i punteggi, l’applicazione restituirà un punteggio che non intende sostituire il medico ma che informerà con una certa precisione se ci sia la fondata necessità (ad esempio, sotto i 25 punti), di rivolgersi ad un bravo professionista per una diagnosi vera e propria e per avviare l’iter terapeutico del caso (molto spesso una disfunzione erettile può essere legata o ad altri problemi della sfera sessuale – eiaculazione precoce -, o ad altre malattie – infarto, ictus, ipertensione, diabete – che colpiscono prima i capillari del pene per, poi, aggredire anche cuore e cervello!).
L’applicazione in questione, infine, è anche in grado di segnalare uno dei 300 centri specializzati più vicini a dove ci si trova in un dato momento in modo da potervisi recare per tutte le necessità del caso: anche solo per richiedere informazioni più dettagliate, o per un pratico consulto.
Considerando che quest’app è ANCHE in grado di salvarvi la vita (e non solo quella sessuale), direi che la SIU si è decisamente meritata un plauso da parte di tutti gli italiani.