Una delle tecnologie che non ha mai preso davvero piede nei nostri device d’intrattenimento (smartphone, tablet o tv che siano) è stata indubbiamente quella del 3D: qualche anno fa era diventato di moda produrre TV con i famosi occhialini, sperimentare le prime trasmissioni (poche, molto poche) in 3D.
La cosa, come sappiamo, non ha avuto molto successo ed il perchè è facile intuire: gli occhialini sono scomodi da indossare e, a lungo andare, il 3D attuale suscitava dei gran brutti mal di testa.
Ecco, oggi, questa tecnologia per display e monitor potrebbe presto “rinascere” grazie ad un prototipo, il “Modulo Trixel”, realizzato da TriLite Technologie e Tu Wien, che non richiede l’uso di occhialini tridimensionali. Nello specifico, questo modulo (una sezione dello schermo) è costituito da micro ottiche in grado di emettere fasci laser (rosso, verde e blu) che degli specchietti indirizzano, di volta in volta, verso il campo visivo dell’occhio destro o dell’occhio sinistro. Il risultato globale, appunto, consiste nel formarsi dell’immagine finale.
Il modulo Trixel, attualmente, comprende 12×9 Trixels (i pixel 3D) e può essere combinato con altri moduli simili, in modo da formare schermi di diverse dimensioni. Uno degli autori della ricerca in questione, Jorg Reitter di TriLite Technologies ha dichiarato che esiste già il software per controllare i moduli in questione e che la tecnologia testé citata è già in grado di riprodurre a schermo i film 3D oggi disponibili: manca, quindi, solo l’accordo con un produttore e con un distributore per la commercializzazione di massa.
E sul fronte resistenza cosa ci riserva lo sviluppo dei display del domani? Secondo alcune statistiche rivelate da un’azienda di San Francisco che esegue crash test sugli smartphone, i problemi che speso si trovano ad affrontare riguardano ancora la super fragilità dei loro display, nonostante molti di essi (es. Apple e Samsung) siano implementati dalla pur ottima tecnologia della Gorilla Glass per la protezione dei monitor.
Per fortuna, su questo versante, vi è da registrare l’impegno di alcuni ricercatori newyorkesi i quali stanno eseguendo diversi test per vedere come un display reagisce allo shock con varie categorie di oggetti: es. le chiavi, le monete ed altri oggetti che si conservano, assieme allo smartphone, in tasca.
L’obiettivo, in questo caso, è mettere a disposizione questi dati per arrivare a realizzare display in vetro (o zaffiro) sempre più resistenti perché, va detto, un display potrà anche essere affascinante con la migliore tecnologia 3D ma…se si rompe in un nonnulla…a poco varranno le feature accessorie, per quanto spettacolari, che possano esservi introdotte!