Di casi come quello di Fabio e Mingo non se ne sono visti tanti in tv. I due inviati della trasmissione Striscia la Notizia, infatti, sono stati praticamente licenziati in diretta tv, col Gabibbo che ha annunciato ai telespettatori la chiusura del rapporto professionale coi due per gravi violazioni del codice deontologico dei giornalisti. In quei giorni, la notizia fece molto scalpore: Fabio e Mingo, infatti, erano tra i più amati e conosciuti (se non ‘i più’ amati e conosciuti) della celebre trasmissione di Antonio Ricci, e il loro licenziamento in diretta, per di più senza neanche specificarne il motivo preciso, ha lasciato di stucco i milioni di telespettatori che ogni giorno seguono la trasmissione.
L’accusa, come poi reso noto da Antonio Ricci un paio di giorni dopo, è stata quella di aver falsificato due servizi, creando situazioni fittizie all’insaputa della redazione di Striscia la Notizia. I servizi in questione parlavano uno di una fantomatica maga sudamericana, un altro di un falso avvocato. Gli autori di Striscia la Notizia, con Ricci in prima fila, hanno ritenuto che questi servizi fossero in realtà inventati, e hanno licenziato in tronco i due inviati, nonostante i due si siano giustificati affermando di essere dei semplici presentatori: i servizi li fanno e li ‘commissionano’ a loro gli autori, i quali decidono le modalità e i contenuti dei servizi.
Ebbene, Fabio e Mingo hanno deciso di portare Striscia la Notizia in tribunale. I due hanno infatti contestato a Striscia la legittimità del licenziamento e delle sue modalità, e alcuni mancati pagamenti dei mesi che vanno da febbraio a maggio 2015. Rappresentati dall’avvocato Gianni Di Cagno, chiederanno di esprimersi sul modus operandi di Striscia la Notizia ai giudici Giuseppe Minervini e Assunta Napoliello.
Per i due (ex) inviati è davvero un momento difficile: oltre al licenziamento e alla gogna mediatica, infatti, Fabio e Mingo sono anche sotto processo a Bari, col reato contestato di simulazione di reato.