Quando si pensa al rapporto tra la legge e le nuove tecnologie si pensa spesso, e a volte a ragione, che la legge non sappia stare dietro i velocissimi progressi tecnologici. In genere è così. Tuttavia, in alcuni casi, laddove c’è ignoranza, la si può colmare in modo da prendere delle decisioni con cognizioni di causa.
E’ proprio il caso di ciò che accadde quando due giudici americani si trovarono a dover giudicare sulla costituzionalità della norma che, in California, vietava il noleggio e la vendita dei giochi violenti.
In quell’occasione, lo hanno di recente raccontato nel corso di una chiacchierata ad Harward, l’ex giudice della Corte Suprema Elena Kagan e il suo collega, Stephen Breyer, non avevano la più pallida idea di cosa fosse un gioco violento. Come prima reazione al problema, pensarono di chiedere numi ai colleghi. Tempo perso: il loro amico togato, l’anziano giudice Scalia, non aveva mai sentito parlare di videogiochi, figuriamoci di quelli per giunta violenti.
Arrivare al titolo di “Mortal Kombat” fu un’impresa titanica, almeno nel loro ambiente. Ad un certo punto, i due colleghi, Kagan e Breyer vennero in possesso di un pseudo splatter, Postal 2, che era stato loro spedito per la valutazione del caso dall’editore del gioco stesso. Il gioco recitava, come slogan, “Piscia e versa benzina su chiunque e qualsiasi cosa! LO SAI CHE VUOI FARLO!” ed il tono della sua storyline era all’altezza delle premesse.
Breyer rimase subito turbato dal gioco, la sua collega si fece prendere dalla frenesia – invece – e superò livello su livelli con i suoi cani da attacco ed i gatti “usati come silenziatori!”.
La decisione finale? A parte Breyer che scrisse un parere di minoranza, il parere della Corte, in generale, fu che non si potessero vietare i giochi “violenti” perché tale legge violava il Primo Emendamento laddove quest’ultimo riconosceva ai genitori il diritto e la libertà di giudicare i giochi di tal fatta “non pericolosi”.
Fermo restando che certi giochi andrebbero fatti sotto la supervisione degli adulti che ne possano spiegare le dinamiche, la decisione della Corte Suprema della California testimonia che la legge, quando vuole, sa essere molto saggia…ed al passo con i tempi.