Arte e tradizione: queste le parole chiave di un mondo meraviglioso popolato da pupi, marionette e burattini, che hanno segnato un pezzo di storia del Bel Paese e che oggi cerca una risposta ufficiale di questo valore da parte dell’UNESCO con l’inserimento di questa arte che trapela da almeno 2 mila copioni davvero preziosi (che fanno riferimento al periodo compreso fra il 1700 e la prima metà del 1900) nel Registro Memory of the World.
Questa candidatura presentata dalla sezione italiana dell’Union Internationale de la Marionette (Unima) con la collaborazione del Mibact e della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco già l’anno scorso (febbraio 2014), è stata oggetto di discussione ieri a Roma nel corso del convegno dal titolo “Archivi del Teatro di Figura: i documenti, la storia, le arti”.
L’obiettivo è quello di far tornare alla ribalta e donare nuova luce ad una tradizione italiana che cela un profondo ed intenso valore artistico oltre che storico e che rappresenta senza alcun dubbio un unicum nella cultura occidentale.
Non si tratta solo di oggetti, bambole, pupi e marionette, ma anche di testi e manoscritti che nascondono fra le righe dei veri e propri tesori che prendono vita dall’intreccio di diverse discipline: teatro, letteratura, musica e regia, senza trascurare gli aspetti dell’evoluzione della lingua italiana, eventi storici, cronaca. Ecco perché si parla di patrimonio che merita di essere riconosciuto fra i più prestigiosi dell’umanità.
“I copioni e le marionette sono in stretta relazione: entrambi sarebbero muti l’uno senza l’altro. Studiarli ci permette di capire come sono cambiati la società e il gusto del pubblico” queste le parole di Alfonso Cipolla dell’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare.
Un patrimonio, quello dei pupi e delle marionette, che racconta la fatica, il sogno, la passione di intere generazioni di famiglie italiane che hanno dato la propria anima a questo mondo di artigianato artistico e non possiamo non ricordare le famiglie Cuticchio (as Palermo), Signorelli (a Roma), Colla (a Milano), Sarzi (a Reggio Emilia) e Monticelli (a Ravenna).