E’ disponibile dal 28 maggio, in download in versione digitale, “La signora del quinto piano #1-522“, il nuovo singolo della bravissima “cantantessa” siciliana Carmen Consoli.
La cui pubblicazione di questo brano è stata fortemente voluta dall’artista per il 28 maggio, dato che si tratta dell’anniversario della Convenzione di Istanbul contro la violenza.
“La signora del quinto piano #1-522” è un brano molto particolare che racconta la storia tragica di una donna che viene uccisa dal marito stalker e che forse avrebbe potuto salvarsi, se avesse chiamato il numero antiviolenza, il telefono rosa, 1522.
Ed è proprio al 1522, il telefono rosa, che sarà devoluto l’intero ricavato dell’iniziativa “Donne per le donne”, un progetto di sensibilizzazione per la lotta alla violenza sulle donne, al quale hanno preso parte molte altre artiste del calibro di Gianna Nannini, Nada, Irene Grandi, Elisa e Emma.
La “cantantessa”, che oltre ad essere una artista unica nel suo genere è anche una persona che non si è mai negata alle cause che riguardano la condizione femminile, spiega in una intervista rilasciata a La Repubblica come è nata questa iniziativa della quale è promotrice e come è nata l’idea del brano “La signora del quinto piano #1-522″: “Ho chiamato delle amiche che hanno aderito senza pensarci un istante. Volevamo che uscisse a maggio perché il 28 è il secondo anniversario della Convenzione di Istanbul che è il primo strumento internazionale per proteggere le donne contro la violenza. Oltre a chi ha cantato, il progetto è condiviso da moltissime altre persone, direi da tutti coloro che ne sono venuti a conoscenza: ognuno farà quel che può nel rispettivo campo d’azione“.
E, rispetto al fatto che l’intero ricavato dal download di questo nuovo brano “La signora del quinto piano #1-522” verrà interamente devoluto al Telefono Rosa, la nota “cantantessa” aggiunge: “Sì, assolutamente. Servono molti soldi perché la telefonata è solo l’inizio: il Telefono Rosa aiuta le donne maltrattate anche fornendo una sistemazione temporanea per sottrarle a chi fa violenza su di loro. E naturalmente se riusciamo a costruire una struttura che non sia fatta di solo volontariato riusciamo a renderla molto più efficiente“.