Youtube: con la modalità a restrizioni non sarà più lo stesso

La notizia è stata presa troppo alla leggera nei primi periodi. Ma, ora, gli Youtuber stanno ricevendo l'80/90% in meno dei guadagni rispetto al passato, per via della modalità a restrizioni. Ma in cosa consiste esattamente questa nuova modalità?

Youtube: con la modalità a restrizioni non sarà più lo stesso

Mettiamo in chiaro le cose: su YouTube già esisteva la modalità a restrizioni, ma non era così severa come ora. Il motivo di questa modifica è semplice: tutelare i più giovani, e risolvere i problemi inerenti a loro. Peccato che questo potrebbe pesare su coloro che caricano dei contenuti su questo social.  

Ma da dove è cominciato questa polemica? L’inizio della fine (poiché in molti dicono che, con queste nuove regole, YouTube potrebbe finire) sarebbe da ricercare nella polemica iniziata tra il Wall Street Journal e PewDiePie, nella quale lo youtuber svedese era stato accusato di antisemitismo.

Da lì iniziò la tragedia per il ragazzo: i suoi partner lentamente lo abbandonarono (Disney e anche la stessa YouTube, che gli ha cancellato una serie che veniva fatta con la pubblicità del sito). Ma questo era solo l’inizio. Infatti, dal quell’istante, principiava l’Adpocalypse, che – in poche parole -significa minor guadagno da parte dei creatori di contenuti.

I problemi in cui si sostanzia “Adpocalypse” sono tanti. Il primo è quello di AdSense. Questo si basa sulle ultime ricerche fatte dall’utente. Per esempio: un ragazzo appassionato di videogame vedrà su YouTube una pubblicità sul nuovo videogioco in uscita (o qualcosa di simile).  

La maggior parte delle persone che creano video su YouTube sta avendo già una forte demonetizzazione grazie al filtro “family friendly”. Il motivo di questo guadagno minore è semplice: grandi marchi come McDonald’s, L’Oreal, Disney, e altri brand importanti, non volendo essere associati a contenuti “dannosi” per l’immagine, decidono di non rimanere sul sito. Questo, in poche parole, vuol dire spartire meno denaro tra YouTube e l’utente.

Ma il terzo punto è quello più spigoloso di tutti, perché riguarda un meccanismo di censura poco affinato. Prendiamo un esempio pratico: se ci si carica sul proprio canale un video con un’arma, il video potrebbe essere censurato, ed il canale messo in modalità restrizioni per via della presenza della pistola, anche se non ci sono scene di spari, o sangue.

Di conseguenza, non vengono, giustamente, penalizzati solo i video violenti, di abusi o quant’altro, ma anche i video in cui si parla di questi argomenti. YouTube, infatti, potrebbe decidere in un bel momento di censurare il video, ed il lavoro di informatore/divulgatore potrebbe essere non essere più retribuito.

La situazione ora è davvero critica. Da un lato, i creatori stanno cercando di difendere la loro creatività, cercando di portare la loro personalità su YouTube ma, da un altro lato, il sito cerca di tutelare il pubblico dei minori. L’idea sarebbe giusta, ma come viene fatto è completamente sbagliato.  

Affidare questi controlli ad un algoritmo è una delle cose più sbagliate che possano esistere, poiché il sistema non può capire come un elemento viene usato in quel determinato discorso o argomento. La cosa più giusta da fare è quella di assumere un team, che controlli i video prima di mandarli su YouTube, e che li valuti con sincerità, regole alla mano. 

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