I rifiuti elettronici nascondono un cuore d’oro e argento da recuperare

I rifiuti elettronici nascondono un cuore d'oro e argento da recuperare. A tal proposito l'Enea ha presentato un progetto-businnes alle PMI, con ampi margini di crescita e guadagno

I rifiuti elettronici nascondono un cuore d’oro e argento da recuperare

Da tempo le maggiori autorità in campo ambientale cercano di far capire quanto siano preziosi i rifiuti che giornalmente vengono prodotti dalla popolazione, sia nel settore energetico che di recupero di risorse molto importanti come carta, plastica, vetro ed alluminio.

Stavolta, però, l’affare proposto dall’Enea sembra avere connotazioni più preziose in quanto si pone l’obiettivo di recuperare metalli preziosi, quali oro ed argento, dai rifiuti elettronici. Secondo le prime stime fatte dall’ONU sarebbero ben 320 le tonnellate d’oro e circa 7 mila quelle d’argento nascoste dentro le montagne di rifiuti elettronici ormai in disuso, per un valore complessivo di oltre 15 miliardi di euro.

L’Enea, con la partecipazione dell’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale e dell’Unione Italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, ha presentato questo progetto di recupero al meeting delle medie e piccole imprese. Nell’ambito del solo territorio europeo si stima la possibilità di recuperare dalle schede e circuiti dei vecchi apparati tecnologici metalli preziosi per un valore che dovrebbe superare almeno il miliardo di euro.

Il settore potrebbe avere ampi margini di crescita se si pensa che allo stato attuale, la percentuale di riciclaggio si attesta al 33% ma i ricercatori italiani intendono raggiungere valori molto prossimi agli 80 punti percentuali delle circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici prodotte annualmente.

Inoltre, grazie al riciclaggio dei rifiuti elettronici l’Unione Europea coprirebbe una fetta importante del proprio fabbisogno di metalli preziosi che oscilla fra le 12 e le 20 mila tonnellate annue, che vengono attualmente importati ad un prezzo che raggiunge anche i 10 mila dollari per tonnellata.

Durante il meeting sono state presentate diverse tecnologie per mettere in atto tale recupero come la frantumazione e separazione meccanica dei rifiuti, proposta dal Politecnico di Milano, oppure la tecnologia di pirogassificazione dei rifiuti elettronici, sviluppata dal Centro Sviluppo Materiali. Quest’ultimo metodo consentirebbe addirittura un auto-sostentamento energetico ma per dar vita a questa opportunità a pieno regime bisogna superare le note barriere burocratiche e colmare i vuoti legislativi in materia di RAEE, anche se i primi passi sono stati mossi grazie al decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49.

Lo scopo di questa operazione non è solo quella di ridurre le quantità di rifiuti ma anche quella di salvaguardare le scorte del pianeta di oro ed argento che potrebbero con il passare del tempo diventare sempre più rari e costosi. Oltre a questo vantaggio ambientale non si può di certo trascurare l’aspetto economico, con la possibilità di recuperare cifre astronomiche che altrimenti andrebbero perse.

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