Charles Perrault nacque a Parigi, esattamente 388 anni fa (1628) e morì nella sua città natale il 16 maggio del 1703, all’età di 75 anni. Fù uno scrittore francese e fu membro dell’Accademia francese dall’età di 43 anni. La sua famiglia apparteneva all’alta borghesia ed era molto vicina alla corte di Luigi XVI. Egli è autore del celebre libro ” “I racconti di mamma oca“, dove sono riunite le più famose fiabe della tradizione popolare, in versi e in prosa, per l’esattezza undici, tra cui Cappuccetto Rosso, il Gatto con gli stivali, la Bella Addormentata, Pollicino, Cenerentola,Barbablù.
Oggi Google, vuole rendere omaggio a questo famoso scrittore, inserendo al posto del classico logo, alcuni disegni delle sue principali fiabe, in occasione del 388° anniversario della sua nascita.
Il libro, originariamente portava il titolo di “Racconti e storie del passato con una morale“, la dicitura attuale era solo un sottotitolo. Esso fu pubblicato a nome del terzo figlio di Perrault, per redimerlo dalla cattiva reputazione che gli derivava dal fatto di essere stato in carcere, ma la data della pubblicazione, fa intuire che il figlio all’epoca fosse troppo giovane per avere una simile padronanza linguistica. Il libro ebbe un inespettato successo, tanto da far conoscere Perrault anche fuori dai circoli letterari e artistici e dando inizio al nuovo genere letterario della fiaba.
Sebbene molte storie del suo libro fossero già conosciute per opera di Giambattista Basile, che le aveva raccolte già in “Lo cunto de li cunti“, a Perrault va il merito di averle arricchite con riferimenti a luoghi e mode del suo tempo e per averne spesso sottolineato l’aspetto morale. Delle sue più celebri fiabe, come è accaduto per i fratelli Grimm, vennero poi realizzati spettacoli teatrali, opere liriche, cinematografiche e opere musicali. Inoltre, molti dei suoi racconti, vennero tradotti dal francese all’italiano per mano di Carlo Collodi.
Dopo la morte di Perrault, vennero pubblicate altre sue storie, quindi postume, come “Griselda”, “I desideri ridicoli/inutili”, “Pelle d’asino”.