Cani di merda! Profughi mussulmani protestano contro un canile. Però…

In queste ore circola su Facebook una notizia che sta indignando quanti giustamente amano gli animali e, in particolar modo, i cani: sembrerebbe che gli immigrati di un centro di accoglienza stiano protestando contro i "cani di merda".

Cani di merda! Profughi mussulmani protestano contro un canile. Però…

Facebook sta cercando di rendere la propria piattaforma un luogo sempre migliore ove potersi informare correttamente. Per perseguire tale fine, di recente, è stata annunciata – in tandem con Twitter – una lotta serrata alle notizie false ed ai titoli acchiappaclick. Nel frattempo, però, le bufale continuano a farla da padrone sul social di Zuckerberg e, sovente, hanno una connotazione razziale.

Nelle ultime ore, infatti, su Facebook è in corso di condivisione, massiccia, una notizia secondo la quale gli immigrati del Centro Profughi di San Bernardo sul Brenta avrebbero protestato per la vicinanza di un canile alla struttura che li ospiterebbe. Nella didascalia del post, concluso con un invito al Premier Renzi a vedere chi ci portiamo in casa, si spiegherebbe che le proteste in questione sarebbero dovute al fatto che, nella cultura mussulmana, il cane sarebbe un animale impuro.

Ora, prima di indignarci per l’immagine del post succitato, ritraente delle ragazze mussulmane che esibiscono un cartello con su scritto “cani di merda”, andrebbero fatte delle precisazioni.

Per la cultura mussulmana, il cane è un animale impuro? Falso! Wikipedia alla mano, per i mussulmani risulta impuro mangiare la carne del maiale, del cinghiale, dell’asino, del cavallo, e del mulo. In merito ai cani, non si fa alcuna parola di una particolare avversione islamica verso il più fedele amico dell’uomo: anzi, di fatto è proibito usare violenza verso questo essere e, anche nel difendersi da animali pericolosi, si prescrive di non farli soffrire. 

L’immagine, poi, che tante condivisioni indignate ha suscitato (quasi 15 mila), è falsa, o meglio, ritoccata. In realtà le ragazze della foto, immortalate nel corso di una manifestazione in Indonesia davanti all’ambasciata USA, protestavano contro il reverendo Terry Jones: costui, infatti, nel Settembre 2010, in occasione dell’anniversario delle Torri Gemelle, imputò la responsabilità di quell’attentato al Corano e, quindi, diede pubblicamente fuoco ad una copia del medesimo in una piazza di Gainsville, in Florida. I cartelloni esposti non menzionavano cani ma dicevano semplicemente “tu che bruci il Corano, brucerai all’Inferno”.

Come se non bastasse, l’espressione “centro profughi” non è corretta e, in più, la cittadina di San Bernando sul Brenta, per quanto verosimile, non esiste affatto. 

Altro giro, altra smentita. La fonte dalla quale questa bufala si è originata è “Uniti contro i Sinistri”, un gruppo Facebook che sfrutta l’indignazione costante contro gli immigrati per fare sarcasmo di bassa qualità, sovente a sfondo razziale: un esempio su tutti è la foto di Pietro Pacciani, presunto “mostro di Firenze”, condannato “per aver sparato a degli immigrati nel tentativo di difendere la moglie da alcuni immigrati che volevano violentarla”. Insomma, dando una scorsa a questo gruppo, se ne evince che proprio attendibili non sono le informazioni che distribuisce a man bassa. 

Fatte le dovute precisazioni in merito, quando una notizia vi sembra “troppo” qualcosa (troppo assurda, troppo bella, troppo perfetta per farvi indignare), ponetevi qualche dubbio, andate di controlli e solo dopo, eventualmente, condividete. Fare un po’ di ecologia “social” è sempre una buona prassi!

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