Tu si que vales: "Se questo è un uomo", una storia contro la violenza

"Se questo è un uomo, io non sono un uomo" questo è il grande messaggio contro la violenza sulla donne trattato in una commovente e triste storia raccontata nella terza puntata di "Tu si que vales". Le testimonianze di Sara e Nancy hanno commosso tutti.

Tu si que vales: "Se questo è un uomo", una storia contro la violenza

Nella terza puntata di Tu si que vales, in onda ogni sabato su Canale 5, la storia di due grandi donne hanno commosso tutti e soprattutto hanno fatto riflettere sulle conseguenze e sui dolori atroci causati dal femminicidio, che purtroppo è un triste fenomeno in continua crescita che dilaga nel nostro Paese.

Nancy e Sara sono salite sul palco di Tu si que vales raccontando due diverse storie che purtroppo condividono entrambi un triste e crudele finale che racchiude e testimonia il dolore causato dal femminicidio e di come questa grande violenza sulle donne spezza e distrugge tantissime vite.

La prima a raccontare la sua vicenda è Nancy Mensa, una ragazza di ventidue anni rimasta orfana e che porta con sè un grandissimo vuoto, ovvero la morte della madre vittima di violenza e con grande determinazione apre il proprio discorso appellandosi alla coscienze di tutti e denunciando il ruolo dello Stato che rimane sempre più assente in queste atroci situazioni. La giovane ragazza apre il suo discorso dicendo: “Sono una conseguenza di queste tragedie.. Sono venuti a mancare i miei genitori. Nessuno si occupa del dopo, di noi. Voglio cercare di ottenere i riconoscimenti di questi diritti, miei e degli orfani in queste condizioni. Voglio dare voci a chi non ce l’ha”

A sostenere questa battaglia insieme a Nancy è Sara, una dolce madre, che ha perso la figlia assassinata da un essere crudele e porta in studio anche lei la sua testimonanza e la sua voce contro la violenza sulle donne e su tutte le persone più deboli costretti a soffrire e subire grandi sofferenze. Afferma Sara: “Bisogna educare i figli ad essere uguali, se un bambino vuole giocare con le bambole che ci giochi, se una bambina vuole giocare con le macchine, che lo faccia. Un uomo ha diritto di piangere senza essere considerato una femminuccia o una persona debole. Ci vuole rispetto nella vita. Mia figlia è stata uccisa perché ha detto NO a un uomo”. 

Inoltre Sara ha fondato un’associazione che ha lo scopo di aiutare e sostenere tutte le vittime di violenza che hanno bisogno di un appoggio e la cosa più importate è quella di diffondere il coraggio a denunciare affinché questo triste fenomeno possa essere prevenuto e contrastato in tempo. La prevenzione è importante in quanto non bisogna trascurare nessun gesto né perdonare atteggiamenti irrispettosi e violenti, lo scopo di Sara e di Nancy è proprio quello di estendere attraverso questo programma televisivo questo immenso messaggio di prevenzione e coraggio per lottare tutti insieme contro ogni forma di violenza.

L’intero pubblico si è commosso nel vedere una clip che racchiudeva e raccontava i tristi destini di moltissime vittime di femminicidio e tutti insieme si sono riuniti a ripetere un’importante frase che è stata pronunciata non solo dai giudici ma da ogni singolo uomo presente in studio: Se questo è un uomo, io non sono un uomo. Questa frase dimostra come bisogna condannare tutti quei comportamenti e atteggiamenti condotti da uomini violenti, ossessionati e gelosi che impriggionano la libera delle proprie vittime fino, in casi più gravi, a ucciderle. 

I giudici Maria De Filippi, Rudy Zerbi, Gerry Scotti, Teo Mammucari e Mara Venier si sono uniti al dolore di Sara e Nancy e di tutte le vittime di violenza dando voce a questo importante e fondamentale messaggio utile a contrastare questo orrendo fenomeno che sta spargendo dolore in moltissime famiglie. La televisione e questo specifico programma sicuramente potranno sensibilizzare e far entrare all’interno delle case di tutti i telespettatori questo messaggio che se percepito in tempo potrà salvare e tutelare moltissime vite.

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