Attenti. Una versione modificata di Pornhub prende in ostaggio Android

In genere, è sempre rischioso, per chi frequenta Android, installare un'app esterna al Play Store: ciò è tanto più vero nel caso di chi ha scaricato, in queste ore, l'app di Pornhub, finendo per trovarsi il device bloccato, con tanto di richiesta di riscatto.

Attenti. Una versione modificata di Pornhub prende in ostaggio Android

Gooogle tende a tutelare gli utenti del proprio sistema operativo mobile, Android, in vari modi, uno dei quali consiste nel proibire la pubblicazione, nel Play Store, di applicazioni che contengano contenuti discutibili, come quelli a sfondo pornografico. Paradossalmente, proprio questa policy sta mettendo nei guai diversi utenti, alle prese con una finta app di Pornhub

Pornhub è una media agency specializzata nel diffondere, tramite un network di siti satellite, brevi clip a sfondo sessuale, nell’eventualità che gli utenti, ingolositi, decidano di sottoscrivere uno dei vari piani premium, a pagamento.

A causa del “bando” googleiano, chi volesse – quindi – fruire dei contenuti di Pornhub in mobilità dovrà scaricare la relativa companion app dall’esterno del Play Store, in una sezione dell’omonimo sito, avendo cura di abilitare – per tempo – l’installazione da “fonti” o “origini” sconosciute

Ovviamente, gli hacker non potevano lasciarsi scappare l’occasione di usare tale app come cavallo di Troia per varcare, indisturbati, le porte della sicurezza che gli utenti, in prima persona, hanno lasciato spalancate proprio per poter installare Pornhub. Il risultato di tutto ciò si è tradotto nella diffusione, in varie parti del web, di versioni modificate dell’app “Pornhub” che, una volta, installate agiscono da vero e proprio ransomware, prendendo in ostaggio il device coinvolto.

Secondo le testimonianze di alcuni utenti, infatti, la presunta app di Pornhub, una volta installata, prima di avviarsi, fingerebbe di procedere ad una scansione antivirus preliminare (e già questo, dovrebbe indurre qualche sospetto): in realtà, nello stesso tempo, si scaricherebbe – da server remoti – un modulo ransomware che prenderebbe in ostaggio lo smartphone, chiedendo – per il relativo sblocco – un riscatto di 100 euro.

Gli esperti di sicurezza spiegano che, per fortuna, il problema non sembra essere di grande portata, dacché basterebbe riavviare il device in modalità sicura (simile alla “modalità provvisoria” di Windows) per procedere ad una tranquilla disinstallazione dell’app infetta di cui sopra. Terminata questa fase, e riavviato normalmente lo smartphone, se ne dovrebbe poter constatare l’avvenuto sblocco.

In ogni caso, nell’eventualità di un “contagio” di questo tipo, è bene procedere ad un regolare backup dei dati, in modo da poterli ripristinare – senza perdita alcuna – dopo un radicale ripristino del device alle condizioni di fabbrica. Meglio ancora, a scopo preventivo, è l’evitare di installare app da fonti esterne al Play Store, a meno che non si tratti di siti dalla verificata reputazione. 

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