Smartphone: per combattere i furti arriva “kill switch” per tutti

Finalmente anche Google e Microsoft si accodano ad Apple nella lotta a furti e rapine per possessori di smartphone. Ma dall’America la EFF avverte: “Chiarezza su chi potrà bloccare i telefoni”

Smartphone: per combattere i furti arriva “kill switch” per tutti

Nell’Agosto del 2012, in Missouri, una ex giocatrice di pallavolo viene uccisa durante una rapina da due teenager che puntavano allo smartphone della donna. Un caso come tanti altri in tutto il mondo, ma da quel 18 agosto la sorella di Megan ha iniziato una non facile battaglia per far introdurre l’opzione kill switch sugli smartphone, cioè avere la possibilità di bloccare il telefono a distanza e renderlo inservibile e meno appetibile per i ladri.

La prima fu Apple a proporre una possibilità del genere, prima con Trova il mio iPhone e dopo un anno con Blocco attivazione, la funzione che se abilitata consente di individuare il proprio dispositivo. Il Blocco attivazione poi richiede i dati del proprio account Apple per disattivare la funzione Trova il mio iPhone. E’ inoltre possibile inviare da remoto alcuni comandi tra cui suoni, blocchi e cancellazioni dati. 

Il sistema, rinforzato lo scorso settembre con l’uscita di iOS 7, sembra funzionare: nella Grande Mela rapine e aggressioni compiute per impossessarsi dei dispositivi Apple sono crollate nei primi mesi del 2014 rispettivamente del 19% e del 29% rispetto allo stesso periodo del 2013. L’Europa non è certo immune dallo stesso male: tre cittadini su dieci del Vecchio Continente hanno smarrito il proprio telefono o ne hanno subito il furto. In Italia siamo al 36%. Si direbbe, quindi, un allarme planetario, non solo per il danno subito a seguito della perdita dell’oggetto, ma anche e soprattutto con riguardo ai dati sensibili conservati nelle memorie interne. Il mercato nero che si è sviluppato a seguito del boom dei furti e rapine di smartphone, sembra però che abbia i mesi contati.

Questo per quanto riguarda però i dispositivi Apple; sono infatti saliti i casi ai danni di smartphone di altre aziende come Samsung, perché dispositivi ancora facilmente riciclabili, così che anche i sud coreani iniziano a correre ai ripari e, cedendo dopo anni a pressioni di associazioni dei consumatori, hanno introdotto una funzione simile sull’ultimo modello di punta, il Galaxy S5. Anche Google e Microsoft, inoltre, hanno deciso di recente di aderire allo Smartphone Anti-Theft Voluntary Commitment. Un accordo lanciato in risposta agli appelli delle procure a stelle e strisce e dall’associazione di categoria internazionale Ctia, che unisce in un tutt’uno gli operatori di comunicazioni wi-fi.

Ora, nell’attesa che tutti i produttori di smartphone attivino di default programmi simili sui propri dispositivi, chiunque può installare app e antivirus gratuiti o quasi come l’italiana Cerberus, che scatta pure una foto a chi sta tentando di forzare il telefonino. O ancora McAfee Mobile Security che installata sul nuovo LG G3 impedisce il ripristino non autorizzato dei dati di fabbrica. L’app si può scaricare gratuitamente da Google Play Store per gli altri telefoni LG.

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