Brasile: bloccato WhatsApp perchè rifiuta di collaborare con la polizia

Un giudice brasiliano ha ordinato la sospensione del servizio di messaggistica istantanea, WhatsApp, perché dal 2013 rifiuta di collaborare con la polizia dello stato di Piauí in un caso di pedofilia

Brasile: bloccato WhatsApp perchè rifiuta di collaborare con la polizia

Da domani, le compagnie di telefonia mobile dovranno sospendere il servizio di WhatsApp in tutto il paese. Secondo quanto riportato da un quotidiano locale, un giudice brasiliano ha ordinato di bloccare la popolare applicazione di messaggeria WhatsApp, appartenente a Facebook, accusata di essersi rifiutata di collaborare con la polizia dello stato di Piauí, nel nord est del paese, in un caso di pedofilia.

Secondo la pagina web O Globo, è dal 2013 che WhatsApp si rifiuta di collaborare con la polizia civile dello stato di Piauí relativamente a un’indagine giudiziaria coperta da segreto istruttorio perché riguarda bambini e adolescenti. La decisione è stata presa dal giudice Luiz Moura Correaa causa di ripetute violazioni delle ordinanze del tribunale emesse da questa Corte in diverse procedure riguardanti crimini di altissima gravità” da parte della società, ha affermato il giudice in un comunicato.

Il magistrato ha, anche, sottolineato che la sospensione è temporanea: “l’obiettivo è unicamente ed esclusivamente quello di ottenere la collaborazione di WhatsApp con le indagini svolte dalla polizia“. L’ordine è stato applicato “per l’atteggiamento arrogante della società”, ha aggiunto.

In una decisione adottata l’11 febbraio scorso, Moura Correia ha stabilito che gli operatori di telefonia mobile e gli altri provider di internet debbano sospendere la rete sociale di telefonia cellulare utilizzata da almeno 700 milioni di persone in tutto il mondo. Le società sono stati informate il 19 febbraio, con lettera rilasciata dall’unità di Intelligence della Segreteria di Pubblica Sicurezza di Piauí.

D’accordo con la SindiTelebrasil, il sindacato che rappresenta gli operatori di telefonia del paese, le società di telecomunicazioni stanno presentando ricorso contro questa decisione al fine di evitare la sospensione dell’applicazione. L’organizzazione ritiene “sproporzionata” la misura adottata da Moura Correia, misura che “può arrecare un enorme danno per milioni di brasiliani che utilizzano questo servizio, in molti casi essenziale nella vita quotidiana, anche sul lavoro”.

Facebook, il proprietario dell’applicazione dallo scorso anno, non ha preso posizione riguardo a questo caso, in quanto le operazioni delle due società sono indipendenti.

Alexandre Atheniense, avvocato specializzato in diritto digitale, ha chiarito al portale Em.br che la decisione giudiziale è illegale. “WhatsApp non ha uffici in Brasile. La sua sede è negli Stati Uniti, in California e pertanto il giudice brasiliano non ha giurisdizione sopra la compagnia”.

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