Piero Angela: "Grillo non accettò un programma, temeva di essere smascherato"

Piero Angela, nella sua autobiografia "Il mio lungo viaggio", parla per la prima volta di numerose tematiche mai affrontate e di "mamma Rai" togliendosi qualche sassolino dalla scarpa.

Piero Angela: "Grillo non accettò un programma, temeva di essere smascherato"

Piero Angela, nella sua autobiografia “Il mio lungo viaggio“, parla per la prima volta della sua vita, della formazione, degli inizi, dell’infanzia e di mamma Rai nel suo alternarsi fra lottizzazioni e raccomandazioni: il conduttore di Quark e Superquark a 90 anni ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa e, nell’aplomb che lo contraddistingue, nella calma serafica quasi nobiliare, non si è ritratto nell’allusione.

Piero Angela, celeberrimo divulgatore scientifico, giornalista, scrittore e conduttore televisivo, iniziò come cronista radiofonico, divenendo celebre come ideatore e presentatore di trasmissioni divulgative in stile anglosassone, creando il filone documentaristico della televisione italiana.
Racconta che suo padre era il direttore di una clinica psichiatrica a San Maurizio Canavese, durante la guerra aveva 16 anni e con tutta la famiglia si trasferì nel manicomio per tre anni.

Uno dei suoi compagni di gioco era Sergio Segre, che ha scritto il libro “Venti Mesi” in cui ricorda anche suo padre, antifascista dagli albori, aveva salvato molti ebrei accogliendoli sotto falso nome nella clinica di san Maurizio, istruendoli su come fingersi falsi malati.

Copertina Piero AngelaPiero Angela sentenzia apertamente che i telegiornali sono tutti fasulli, interessati allo spettacolo e non alla corretta divulgazione: “il pubblico viene confuso dalle immagini di uomini politici che si incontrano a Bruxelles o altrove, scendendo dalla auto e stringendosi le mani, mentre il testo racconta tutt’altro, cercando di riassumere in poche frasi argomenti molto complessi?“. Per il conduttore la tv italiana esula dal ragionamento, i dibattiti sono fondati sulla rissa, una rissa calcolata perché alcuni personaggi vengono invitati appositamente per scatenare il delirio.

Sull’omeopatia e le medicine alternative, Angela non si risparmia “le scienze e le pseudoscienze hanno invaso sempre più il campo della medicina”, una puntata apertamente contro l’omeopatia lo ha portato in tribunale, non aveva invitato la controparte. Angela ribadisce nel libro “la scienza non è democratica“.

Nel testo difende Mike Bongiorno, il suo modo rivoluzionario di comunicare, dicendo che a sempre provato fastidio per quel tono sarcastico e irridente che avevano alcuni nei suoi confronti, rimarcando che quando Berlusconi lo strappò alla Rai fu come rapire Babbo Natale, Bongiorno era la televisione. Angela racconta dell’impatto con l’Unione Sovietica, come la burocrazia lo colpì fortemente, per la sua similarità con quella italiana, “crediamo di vivere in un’economia di mercato, ma in realtà abbiamo in casa anche l’Unione Sovietica: la Burocrazia”.

Piero Angela racconta un aneddoto su Beppe Grillo: vent’anni fa il conduttore propose a Grillo una serie tv ove divulgare i suoi temi ecologici tramite verifica scientifica, Grillo, incredibilmente, non accettò l’offerta. Angela incalza “Forse temeva che la verifica scientifica avrebbe smorzato l’effetto teatrale delle sue argomentazioni”. Parlando di Silvio Berlusconi, racconta di averlo incontrato per la prima volta in una toilette di un ristorante milanese dove lo trattenne, in un impeto logorroico, raccontandogli anche cose delicate.

Il giornalista si avvicinò alla scienza con l’Enciclopedia dei ragazzi, dieci volumi con un mobiletto contenitore, il volume consumato all’inverosimile era quello dei “Perché?“. Il piacere della scoperta e della comprensione era nato.

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