Il cellulare collegato al bottone 4.0 salva il bucato

Ecco l'idea di Maribert presentata a "Origin passion and Beliefs": un bottone 4.0 contenete un chip che dà tutte le informazioni utili a lavaggio e conservazione del capo.

Il cellulare collegato al bottone 4.0 salva il bucato

Dopo il bottone salva vita e quello che lancia un missile nucleare, è in arrivo un nuovo bottone, per un utilizzo familiare: un bottone in madreperla 4.0 che, collegato al cellulare, può fornire indicazioni di lavaggio, ed eventuali certificati di contraffazione in un file Word o Excel, senza trascurare la possibilità di cercare altre informazioni collegandosi a pagine web.

L’utilizzo è molto semplice: è sufficiente avvicinare il cellulare al bottone che si trova cucito sul capo, e si potrà accedere a tutte le informazioni utili e necessarie che il capo d’abbigliamento contiene. L’idea nasce da Maribert, una nota azienda milanese che ha una storia di 50 anni nella produzione di bottoni.

Le nuove tecnologie aprono davvero molte strade, e non è detto che i bottoni debbano essere in madreperla: nel progetto è previsto, infatti, che il bottone può essere fatto di qualsiasi materiale (madreperla, corozo, corno, poliestere, e così via), perché l’elemento essenziale non è il materiale ma il chip che raccoglie le indicazioni, i dettagli, e le istruzioni richieste dal cliente, e lette da un qualsiasi smartphone Android che sia abilitato alla tecnologia NFC.

L’idea ha già avuto una prima presentazione a Fieramilano Rho, dove la Ieg (Italian Exhibition Group) ha organizzato un salone espositivo “Origin passion and Beliefs”: qui facilmente si possono conoscere i prodotti migliori della manifattura italiana che – nel comparto moda – ha l’opportunità di farsi apprezzare dai brand internazionale del lusso, e di diventare interessante nelle decision maker.

Altre aziende hanno applicato la tecnologia NFC al fine di connettere un prodotto allo smartphone, per dare/ottenere informazioni. Dienpi nella realizzazione di etichette e cartellini: mediante un lotto di identificazione, il chip permette di tracciare la provenienza della partita di pelle. Gianluca, nella produzione di tessuti (seta, sughero e pietra), usa le etichette elettroniche per dare informazioni al cliente sulle caratteristiche di produzione e dei materiali impiegati.

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