Dopo l’elezione di Trump, i nuovi iPhone potrebbero essere prodotti in USA

L'elezione di Donald Trump potrebbe creare qualche problema all'azienda creata da Steve Job: rischia di essere "costretta" a produrre e assemblare i propri prodotti in territorio statunitense, abbandonando la Cina.

Dopo l’elezione di Trump, i nuovi iPhone potrebbero essere prodotti in USA

Tutti gli iPhone e la maggior parte dei prodotti Apple – come è ben noto alla maggior parte del pubblico – sono prodotti, e quindi assemblati, in Cina.

Proprio per questo, l’azienda nata grazie all’intraprendenza e alla genialità di Steve Job (nato a San Francisco il 24 febbraio del 1955 e deceduto a causa di un tumore al pancreas il 5 ottobre del 2011), spesso ha ricevuto critiche, in alcuni casi, anche molto pesanti.

Gli americani non hanno mai apprezzato questa strategia aziendale e, proprio per questo, il neo presidente eletto, Donald Trump, in campagna elettorale, ha affermato diverse volte che, se fosse stato lui il nuovo presidente degli Stati Uniti, avrebbe “costretto” l’azienda a produrre “i suoi computer e le sue cose interamente in territorio statunitense.

Per evitare eventuali “problemi”, Apple ha anticipato i tempi e, dato il risultato delle elezioni, prima di “ricevere l’ordine di tornare in patria”, ha deciso di proporre ai suoi due partner – Foxconn e Pegatron – di studiare, e quindi valutare, la possibilità di portare la produzione – almeno – degli iPhone in America.

La notizia è stata diffusa da tutta la stampa specializzata americana e, a quanto pare, per il partner Foxconn, non ci sarebbero problemi: in effetti, sembra che si sia già messo in moto, e che starebbe studiando eventuali strategie da seguire per ottimizzare i costi, pur producendo in un paese dove la mano d’opera è decisamente più cara.

Al contrario, i problemi li starebbe creando l’altro partner, ossia Pegatron, secondo il quale sarebbe praticamente impossibile assolvere a tale richiesta, in quanto i costi che si sosterrebbero sarebbero troppo elevati: si parla di più del doppio rispetto ai costi che si sostengono ora.

Si prevede un periodo “tormentato” per Apple, che dovrebbe fare “da arbitro e da giocatore”, cercando di mettere d’accordo entrambi i partner, affinché tutti possano trarne benefici. Compresi, in questo caso, anche i cittadini americani.

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