Satoshi Kitade è da molti considerato come il padre del moderno mondo incantato di Final Fantasy che è arrivato alla versione XV. La serie di Final Fantasy, fino ad ora, conta ben 23 capitoli e quasi il 90% di questi non è mai stato giocabile su Personal Computer, fatta eccezione degli ultimi titoli online dove da classico rpg è diventato mmo-rpg a pagamento.
Tra gli appassionati del titolo, però, rientrano anche numerosissimi amanti del Personal Computer e non mancano le miriadi di emulatori di console così da poter giocare il titolo anche su tali macchine.
La serie è nata nel 1987, quando l’allora Square (diventata Square-Enix solamente a seguito della fusione con la Enix nel 2003), presentò al mondo Final Fantasy, per Nintendo Entertainment System (NES). Alla versione dell’87 sono seguite una miriade di versioni, sia online che non, aventi il comune lo stesso filo conduttore, il mondo e le creature che lo popolano, come i fantastici Chocobo, gallinacci cavalcabili che ci porteranno in giro per il mondo a terminare le nostre avventure.
I Chocobo hanno poi avuto talmente tanto successo da ispirare un intero merchandising e una serie distinta di giochi, ad esempio Chocobo Dungeons, titolo che non può mancare nella ludoteca di ogni vero appassionato. Il vero e proprio boom, però, si ha con l’uscita di Final Fantasy 7, che ha unito milioni di ragazzi da ogni parte del mondo e li ha commossi alla morte di uno dei personaggi principali.
Final fantasy XV sarà quindi, e finalmente giocabile su tutte le piattaforme disponibili, anche sui Personal Computer, senza bisogno di emulatori vari. A fare l’annuncio, anche se non ufficiale, è lo stesso Kitade che lo afferma.
Da estimatori di videogame e da vecchi player incalliti di Final Fantasy non vediamo l’ora di poter mettere le mani su questo titolo e di sfruttarlo con le potenzialità dei Personal Computer che, si sa, sono molto superiori a quelle delle console in generale, nonostante ultimamente le case produttrici di console stiano premendo molto sulle prestazioni. Non ci resta che attendere.