"David Lynch tra arte e cinema" tre giorni di incontri a Venezia

Al "Teatrino di Palazzo Grassi" di Venezia dal 16 al 18 marzo si svolgeranno una serie di incontri e proiezioni "David Lynch tra arte e cinema". Un'immersione nel mistero archetipo del mondo di Lynch.

"David Lynch tra arte e cinema" tre giorni di incontri a Venezia

Un’occasione eccellente per esplorare ed approfonditamente l’universo del regista David Lynch: dal 16 al 18 marzo, al “Teatrino di Palazzo Grassi” di Venezia si svolgerà “David Lynch tra arte e cinema”, tre giornate di incontri e proiezioni.

Il programma completo prevede:

  • Giovedì 16 marzo alle 20.30 incontro con Andrea Bellavita, critico cinematografico; alle 21.00 “The Art Life”, di Rick Barnes, Jon Nguyen e Olivia Neergaard.
  • Venerdì 17 “Twin Peaks: la madre di tutte le serie d’autore”: alle 20.30 incontro con Emanuela Martini, direttrice del “Torino Film Festival”; alle 21.00 proiezione della stagione 1, episodi 1-2-3-4.
  • Sabato 18 marzo alle 17.00 “I segreti di Twin Peaks” proiezione stagione 1, episodi 5-6-7-8; alle 21.00 “Strade Perdute”, di David Lynch.

David Lynch imprime sulla pellicola ossessioni, perversioni, deviazioni, deformità, orrori, paranoie, inquietudini in contesti onirici, lisergici. Lynch è un regista completo, rivoluzionario, unico.

L’atmosfera lynchiana reitera oggetti e luoghi, mai eletti a simbolo. Gran parte del suo cinema è improntato su un mistero in perenne attesa di spiegazione, lo spettatore è incanalato in uno stato di disorientamento percettivo e cognitivo, in simbiosi con il personaggio principale delle pellicole.

Nei film di Lynch talvolta lo scioglimento dell’enigma non giunge compiutamente: la perenne esitazione tra spiegazione razionale e irrazionale degli avvenimenti narrati è sublimata in una dilazione all’infinito del mistero, esimandosi da una banale riduzione schematica dello svolgimento. Lynch non imposta una trama per consegnarla alla deriva, il mistero che avvolge i suoi film è un una colonna sonora in sordina che permea ogni fotogramma, trait d’union con realtà psichiche alternative, prodotte dalla mente dei personaggi.

I suoi film si alimentano di visioni, profezie, apparizioni non facilmente attribuibili. Una sensazione soffocante di minaccia permea anche i luoghi rassicuranti, come la casa, la camera da letto. Gli spettatori camminano nell’immaginifico di Lynch, a ritroso, saltando nel tempo, nello spazio, in una sorta di allucinazione senza fine. David Lynch è uno dei cineasti più originali della sua generazione, ha contrassegnato il cinema americano d’autore negli anni Ottanta.

Continua a leggere su Fidelity News