Addio Roger Moore, indimenticabile 007, Simon Templar, e Brett Sinclair

Poche ore fa, dopo una breve ma coraggiosa lotta contro un male incurabile, ci ha lasciati - all'età di 89 anni - l'attore britannico Roger Moore, noto al cinema per il ruolo di 007, e - in tv - per "Il Santo", ed "Attenti a quei 2", in tandem con Tony Curtis.

Addio Roger Moore, indimenticabile 007, Simon Templar, e Brett Sinclair

È stato uno dei più funambolici e scaltri 007 che la storia ricordi, in grado di ingannare – con la sua furbizia, ed il suo fascino ironico – chiunque, nemici, spie, assassini, spadaccini avversari, campi di guerra: alla fine di questa lunga cavalcata, nella vita e nello spettacolo, l’attore Roger Moore, all’età di 89 anni, ci ha lasciati.

A darne il triste annuncio sono stati, alcune ore fa, i figli, Deborah, Geoffrey, e Christian, i quali hanno ne hanno comunicato alla stampa la scomparsa, in una clinica svizzera, in seguito ad una breve ma intensa lotta contro il cancro che, alla fine, lo ha portato via, pur in mezzo all’affetto dei suoi cari, e dei suoi tanti fans. 

Roger Moore era nato il 14 Ottobre del 1927, a Londra: pur avendo un padre nella locale polizia, un segno del destino per alcuni suoi ruoli ispirati al senso della giustizia, Roger sentì presto il richiamo delle scene, forse quando lavorò come fattorino in alcuni studi di animazione. Da qui, la decisione di frequentare dei corsi di recitazione presso la Royal Academy of Drama, con i primi test scenici condotti nei teatri del West End: a causa della guerra, è costretto a partir militare, ma anche qui la sua passione non gli lascerà tregua, ed avrà modo di recitare per le truppe, anche quando presterà servizio – per qualche tempo – nella Germania occidentale scampata al Patto di Varsavia. 

Tornato in patria, dopo un esordio alla radio, arriva la chiamata del piccolo schermo, con alcune serie dal sapore tipicamente british, come “Wilfred di Ivanhoe”, ove recita il ruolo dell’eroe in calzamaglia, sempre pronto a battersi per le gentili donzelle e la giustizia, a suon di colpi di spada e buoni sentimenti patriottici. 

Trasferitosi negli States, viene messo sotto contratto – ad Hollywood – dagli Studios MGM, e ha subito modo di recitare, nel 1954, con Liz Tayler, splendida nel film “L’ultima volta che vidi Parigi”, diretto da Richard Brooks: anche nella terra della “libertà”, arrivano i ruoli in TV, quelli che contribuiranno a farlo conoscere presso le masse, e a fornirgli il background professionale per 007.

Dapprima, Moore recita – quasi come comparsa, e nel ruolo di “Bo” – nella celebre serie “Moverick”, poi è protagonista de “Il Santo”, la serie tv in 6 stagioni basata sul romanzo di Leslie Charteris “Meet the tiger” (poi oggetto di una trasposizione cinematografia interpretata – nel 1997 – da Val Kilmer), dove recita nei panni di Simon Templar, il ladro che, un po’ alla Lupin, ma con tipico humor britannico, architetta geniali truffe ai danni di cattivi, criminali, e ricconi privi di scrupoli. Facendo sempre trionfare il bene, seppur con modi ai limiti della legalità

In seguito, nella parte dell’aristocratico Brett Sinclair (lui che, poi, verrà nominato davvero Cavaliere dell’Impero Britannico, per mano della regina Elisabetta, nel 2003) recita accanto ad un altro mostro sacro, Tony Curtis che – per l’occasione – interpreta un simpatico e scavezzacollo uomo d’affari americano, Daniel Wilde: i due, in 24 episodi che spaziano dalla Costa Azzurra a Stoccolma, senza dimenticare Parigi e Roma, si muovono in auto di lusso, e fanno quello che sanno far meglio: difendere, scappare, irrompere, risolvere, grazie anche alla collaborazione di un vecchio e comprensivo giudice, artefice della loro amicizia investigativa

Arriva 007: Roger Moore ha il compito di risollevare la serie dopo l’interpretazione di George Lazenby (“Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà”) che non convinse molto critici e fan, troppo legati alla cadenza guascona data al personaggio da Sean Connery, qualche anno prima. Anche in questo caso, Moore porta il suo savoir-faire, il suo humor, la sua eleganza, che lo porta sconfiggere le perfide spie del KGB, ed i criminali della Spectre, senza mai scompaginare più di tanto la sua chioma bionda, anzi, trovando spesso il tempo anche per baciare qualche affascinante Bond Girl.

Concluso, dopo altri 6 episodi, anche “Octopussy – Operazione piovra”, lo 007 con il quale batté l’apocrifo “Mai dire Mai”, interpretato per una questione di copyright mancati anche da Sean Connery, Moore abbandonò il rulo, ormai inadatto per la sua età, e recitò in altri generi, anche di commedia (es. “Pantera Rosa – Il mistero Clouseau”, e “Doppia coppia all’otto di picche”). 

Negli ultimi anni della vita, Moore – che aveva abbandonato le scene, tranne un cameo in “The Carer” di János Edelényi, del 2016) – si dedicò ad iniziative umanitarie, in qualità di ambasciatore per l’Unicef (dal 1991), e con la campagna contro il foie gras, che gli valse la nomina a “persona dell’anno”, nel 2009, da parte degli ambientalisti di “People for the Ethical Treatment of Animals”.

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