In occasione dell’evento-mostra “Capolavori dell’Arte Italiana del Novecento” che si terrà a Tirana sino al 2 aprile 2017, e dopo l’accordo tra l’Ufficio del Primo Ministro e il Ministero della Cultura albanesi, l’Ambasciata d’Italia e l’istituto di Cultura Italiano a Tirana, sbacheranno dall’atra parte del mar Adriatico, e per la precisione a Tirana oltre cento opere presenti all’interno della Galleria d’Arte Moderna di Roma.
Ritratti di nature morte, splendide donne e raffigurazioni di paesaggi mozzafiato, immortalati dai più grandi pittori della prima metà del ‘900 – si va da Donghi a Guttuso, per poi ripartire da Carrà sino ad arrivare a Manzù – saranno ammirati dai visitatori del Paese delle Aquile.
L’evento-mostra è attesissimo, oltre che dal pubblico Albanese, anche dalle stesse istituzioni che si “vantano” dell’opportunità in essere.
Lo stesso premier Edi Rama ha dichiarato che questa è “un’opportunità unica. La prima collezione di opere originali italiane mai giunte in Albania”, evidenziando che, sicuramente, questo è un ulteriore passo in avanti per lo scambio culturale tra i due Paesi, ed afferma che è “un’importante tappa nella cooperazione culturale fra i due Stati”.
Il percorso espositivo metterà in risalto la “situazione artistica” presente, non solo a Roma, ma in tutta Italia, in particolare nella prima metà del ‘900.
Il progetto, curato da Arianna Angelelli, Maria Catalano e Federica Pirani, si basa sul Tardo Naturalismo e Simbolismo, Secessione Romana, Futurismo e Aeropittura, Tradizione italiana e dialogo con l’antico, Scuola Romana, Figurazione e Astrazione.
Molto probabilmente, questo potrebbe essere solo l’inizio di una “collaborazione” e “condivisione”, dal punto di vista delle opere artistiche, tra l’Italia e l’Albania.
Non va dimenticato che tutto questo è stato possibile soprattutto grazie al lavoro svolto dall’italiana Arthemisia, la quale si è preoccupata, oltre che dell’organizzazione, anche del coordinamento e della produzione dell’evento.
Gli addetti del settore sono convinti della riuscita del progetto e, molto probabilmente, è solo l’inizio della “divulgazione dell’arte nel mondo”.