Due bambini usano se stessi come esche per catturare i serpenti e guadagnarsi da vivere

Per guadagnarsi da vivere, questi due bambini devono fare qualcosa che nemmeno gli uomini più spavaldi farebbero mai: catturare i serpenti usando il proprio corpo come esca.

Due bambini usano se stessi come esche per catturare i serpenti e guadagnarsi da vivere

All’età di 8 o 9 anni, i bambini della società moderna occidentale devono solo preoccuparsi di andare bene a scuola, di essere performanti nella loro disciplina sportiva. Devono pensare a cosa mangiare per cena per non annoiarsi a tavola, a quale programma televisivo guardare.

Sono tutte attività che molti altri bambini nel mondo invece non conoscono: molti non vanno a scuola, altri non hanno i vestiti per uscire di casa, altri ancora non hanno il cibo per nutrirsi e sono costretti a mangiare “biscotti di fango” come i bambini di Haiti giusto per riempire lo stomaco.

In questo video, ad esempio, vediamo quello che un bimbo e sua sorella sono costretti a fare per guadagnarsi da vivere e sentirsi utili nella loro famiglia che vive in Cambodia in condizioni davvero terribili e terrificanti.

I due fratelli sono alle prese con il loro lavoro quotidiano che consiste nel catturare il maggior numero possibile di serpenti, usando se necessario anche i loro stessi corpi come esche. Immagini che non possono che farci venire la pelle d’oca e che ci mostrano una triste scena di vita quotidiana di questa popolazione.

Ancora una volta la dimostrazione di quanto nel mondo esistano dei bambini che hanno bisogno del nostro aiuto per poter crescere ed avere un futuro migliore di quello che gli si prospetta. Basterebbe davvero molto poco, creare delle infrastrutture, formare gli abitanti e creare posti di lavoro per lanciare l’economia di questa parte del mondo.

Altrettanto interessante sarà vedere un bimbo che invece dorme con un serpenti per passione. Un’altra scena da brividi che ascia tutti senza parole. Il loro legame è davvero unico ed in casa questo rettile viene trattato come un figlio.

Continua a leggere su Fidelity News