I casi di neoplasie, specialmente tra i giovani, continuano a registrare un incremento preoccupante a livello globale. Molti studi confermano questa tendenza e le numerose diagnosi note al grande pubblico ne sono una dimostrazione indiretta. Recenti casi, come quello di Kate Middleton, che ha scoperto di avere la neoplasia a 42 anni, o la battaglia di Fedez contro la neoplasia, hanno acceso i riflettori su una problematica in espansione. Un altro esempio è Totò Schillaci, ex calciatore italiano, che due anni fa ha ricevuto una diagnosi della neoplasia al colon-retto, un malanno volta dove una volta era molto raro nelle persone della sua età. Questa crescente incidenza, soprattutto per i tumori intestinali, sta sollevando interrogativi importanti.
Sebbene le cause precise di questo aumento non siano ancora del tutto chiare, la scienza sta facendo enormi progressi non solo nella comprensione dei fattori di rischio, ma anche nello sviluppo di nuove cure. L’attenzione si concentra sempre più sulla chirurgia di precisione, terapie più efficaci e, soprattutto, sulla prevenzione. Tra gli strumenti più promettenti in questo ambito emergono i vaccini in grado di stimolare il sistema immunitario a riconoscere ed eliminare le cellule cancerose prima che si sviluppino in tumori maligni. Uno dei centri all’avanguardia in questa ricerca è l‘Università di Oxford, che sta lavorando a un progetto pionieristico: il vaccino LynchVax, progettato per prevenire la neoplasia intestinale in decine di migliaia di giovani a rischio.
LynchVax è stato concepito specificamente per le persone affette dalla sindrome di Lynch, una malanno genetico che aumenta significativamente il rischio di sviluppare diversi tumori maligni, in particolare la neoplasia del colon-retto. Si stima che circa il 3% dei casi di neoplasie intestinale annuali siano attribuibili alla sindrome di Lynch, molti dei quali colpiscono persone sotto i 50 anni. La sindrome di Lynch, nota anche come la neoplasia ereditario del colon-retto non poliposico (HNPCC), non presenta sintomi evidenti fino a quando non insorge la neoplasia, il che rende la diagnosi particolarmente difficile. Solo un test genetico può individuare la condizione, e purtroppo meno del 5% delle persone affette ne è consapevole.
La patologia è caratterizzata da mutazioni in geni che normalmente codificano per proteine deputate alla riparazione del DNA. L’assenza o il malfunzionamento di queste proteine porta a un accumulo di errori genetici, aumentando così il rischio di sviluppare tumori maligni non solo al colon-retto, ma anche in altre sedi come ovaie, stomaco, pancreas, prostata e vie biliari. L’obiettivo del vaccino LynchVax è proprio quello di prevenire l’insorgenza della neoplasia in queste persone ad alto rischio. Lo sviluppo del vaccino, guidato dal professore David Church e dal suo team di ricerca all’Università di Oxford, si basa sull’analisi delle cellule pre-cancerose nei pazienti con sindrome di Lynch.
Gli scienziati hanno individuato gli antigeni più comuni espressi da queste cellule, utilizzandoli per creare una formulazione vaccinale che istruisca il sistema immunitario a riconoscerle e distruggerle prima che possano degenerare in tumori maligni.Michelle Mitchell, CEO di Cancer Research UK, l’ente britannico che finanzia la ricerca, ha dichiarato: “I vaccini contro la neoplasia stanno dimostrando un enorme potenziale nel rendere il mondo un luogo in cui le persone possono vivere vite più lunghe e migliori, senza la paura costante della neoplasia. Progetti come LynchVax rappresentano un avanzamento cruciale verso un futuro in cui i tumori associati alla sindrome di Lynch potrebbero essere prevenuti“.
Il progetto ha già ricevuto un finanziamento di 550.000 sterline (circa 650.000 euro) da Cancer Research UK per completare la fase preliminare di sviluppo, con l’obiettivo di avviare presto le sperimentazioni cliniche sui pazienti. Se i test confermassero l’efficacia del vaccino, LynchVax potrebbe rivoluzionare la prevenzione della neoplasia in una popolazione ad altissimo rischio, offrendo una protezione mai vista prima contro una serie di tumori che hanno causato molti decessi. In un contesto in cui i tumori giovanili stanno crescendo esponenzialmente, questo tipo di innovazione potrebbe avere un impatto significativo sulla salute pubblica, riducendo il numero di casi e migliorando la qualità della vita di milioni di persone in tutto il mondo.