Covid-19, gli anticorpi dei lama potrebbero annientare il virus

Alcuni ricercatori stanno studiando la possibilità di creare vaccini contro il Coronavirus utilizzando gli anticorpi dei lama che sono resistenti alla Sars.

Covid-19, gli anticorpi dei lama potrebbero annientare il virus

Gli scienziati e i ricercatori stanno studiando giorno e notte una soluzione per sconfiggere definitivamente il Coronavirus. La soluzione potrebbe risiedere negli anticorpi dei lama. Lo studio a riguardo è stato pubblicato sull rivista “Cell“. A differenza degli anticorpi dell’essere umano, che sono più grandi di dimensioni, nei lama ne esistono anche di più piccoli che riescono di fatto ad infiltrarsi negli spazi tra le proteine, troppo piccoli per gli anticorpi dell’uomo.

Il fine della ricerca è trovare un modo per proteggere quelle persone che non sono state ancora infettate dal Covid-19. Le origini della scoperta sono da ricondurre ad un lama di nome Winter, che vive in Belgio da circa 4 anni. In precedenza i suoi anticorpi si sono dimostrati molto efficaci contro la Sars e la Mers.

Proprio da questa vicenda è stato supposto che il lama potrebbe essere immune anche al tanto temuto nuovo Coronavirus. Per chi se ne intende di animali, questa scoperta in realtà non è una novità: i lama, nell’ambiente degli appassionati, sono già noti per le loro proprietà curative e sono stati oggetto di studio per anni per lo sviluppo di possibili vaccini contro l’HIV e altri virus simili.

Un altro studio ha rivelato che avere al proprio fianco un lama mette una calma impressionante e permette di liberarsi letteralmente da ogni tipo di ansia. Alcune università, infatti, organizzano incontri tra i lama e gli studenti con il fine di tranquillizzare questi ultimi prima della sessione degli esami.

A causa della pandemia da Coronavirus, però, le visite ai lama sono state organizzate via streaming e, anche se non è la stessa cosa rispetto ad un incontro di persona, in qualche modo sembra funzionare anche a distanza. Per queste motivazioni il lama viene paragonato dai ricercatori all’unicorno.

Continua a leggere su Fidelity News