Luoghi olimpici abbandonati: alcuni esempi di spreco di denaro pubblico (1 / 2)

Luoghi olimpici abbandonati: alcuni esempi di spreco di denaro pubblico

Le olimpiadi hanno origine antichissime, risalgono al mondo greco; bisognerà aspettare i primi anni del Novecento, quando il barone Pierre de Coubertin istituì i Giochi Moderni e riaccese “il Fuoco”.  Questi giochi, attesi e partecipati dagli atleti di quasi tutto il mondo, si tengono ogni quattro anni e regalano sempre forti emozioni a chi ama o pratica lo sport; per il paese che la ospita, però, oltre alla popolarità, comporta anche un investimento finanziario notevole finalizzato a costruire o ristrutturare gli impianti sportivi necessari. Quando la fiamma olimpica viene spenta, però, molto spesso queste strutture vengono dimenticate, abbandonate e cadono in rovina. Facciamo alcuni esempi molto significativi.

Berlino, per esempio, è una delle città che ha ospitato le Olimpiadi. Siamo nel 1936, ultima edizione delle Olimpiadi estive, prima che “i giochi” venissero sospesi a causa dello scoppio della Grande Guerra. Il villaggio olimpico, oggi, è completamente abbandonato e fatiscente.

L’Italia non è esente da essere un esempio di spreco in ambito sportivo. Il trampolino delle olimpiadi invernali di Cortina d’Ampezzo del 1956 ne è la prova. Oggi, quel trampolino che ha dato nome, grazie al suo inventore ed esecutore, a una tecnica di salto con gli sci, metodo Dasher, è chiuso e in disuso.

Nel 1984, invece, è stato il turno di Sarajevo, che ha ospitato le Olimpiadi Invernali. Le strutture sportive predisposte per i giochi, dopo il conflitto del 1990, sono state abbandonate, dimenticate e nel tempo si sono rovinate. Guardate per esempio ciò che resta del monumento olimpico.