Luoghi olimpici abbandonati: alcuni esempi di spreco di denaro pubblico (2 / 2)

Gli esempi legati alle Olimpiadi di Sarajevo del 1984 non finiscono qui. Impressionante è confrontare la bellezza della pista di bob, sul monte Trebevic, con il suo stato attuale. Oggi sembra una discarica dove cresce rigogliosa la sterpaglia.

Cambiamo zona ed andiamo nel paese che ha ospitato le prime Olimpiadi; la città dalla quale tutto è nato.

Siamo in Grecia, ad Atene. Disastrosa e vergognosa è la condizione degli impianti e delle strutture realizzate per le Olimpiadi estive del 2004. La piscina olimpica principale è lasciata al suo degrado. Gli spalti, dove un tempo sedevano giudici e pubblico sono ridotti a macerie mentre l’acqua nella piscina riflette questo scempio.

Atene sconvolge ancora. Sembrano le immagini delle vittime di attacchi bellici ma, in realtà, sono le immagini delle transenne lasciate giacere per terra, fuori dallo stadio olimpico, dopo le Olimpiadi estive del 2004. Anche gli alberi della zona, secchi e spogli, sembrano evidenziare la desolazione del luogo.

E che dire della sua fontana nel villaggio olimpico? Svuotata del suo elemento, l’acqua, rivela la struttura in metallo circolare che una volta disegnava i cerchi olimpici. Violentata dal tempo e dall’uomo anche con i graffiti sui pannelli laterali.

Gli esempi sono davvero numerosi e, destinati ad aumentare se chi ha potere decisionale continua a seguire questa strada. Luoghi che gli atleti hanno contribuito a far entrare nella storia dello sport, oggi dimenticati e fatiscenti, dovrebbero continuare ad essere agibili, operativi e funzionali in memoria di ciò che è stato.