Addio al pilota Mirko Giansanti, un male incurabile lo ha portato via a 47 anni

Un male incurabile si è portato via il pilota Mirko Giansanti, che avrebbe compiuto 47 anni il prossimo mese. Dal 1996 al 2005 partecipò al motomondiale, dominando l'inizio della stagione 2000 prima di una frattura alla mano.

Addio al pilota Mirko Giansanti, un male incurabile lo ha portato via a 47 anni

Il mondo del motociclismo è in lutto per l’addio a Mirko Giansanti, che è stato sconfitto da un male incurabile a poche settimane dai 47 anni., che avrebbe compiuto il prossimo 14 settembre. L’ex pilota, figlio d’arte del professionista Fosco Giansanti, è stato un motociclista professionista dal 1996 al 2005, partecipando per nove anni ininterrotti al motomondiale.

La passione di Mirko per le due ruote, ereditata dal padre, iniziò presto. L’atleta iniziò infatti a correre in moto quando aveva 7 anni. Il debutto nel motomodiale avvenne nel 1996 come wildcard nella classe 125 nel Gran Premio d’Italia con il team Pileri, arrivando lo stesso anno al Gran Premio di Catalogna.

L’anno successivo entrò nel team Matteoni Racing, ed a bordo di una  Honda concluse la stagione al nono posto, migliorando e arrivando poi alla sesta l’anno dopo. Nel 2000 il passaggio al team Benetton Playlife, ma dopo le prime gare nelle quali si imposto come leader mondiale in classifica, una frattura alla mano pose fine alla corsa al titolo. Dodici i podi totali raggiunti nei suoi anni di partecipazione al motomondiale.

Nel 2005 il passaggio alla classe 250 con il team Matteoni Racing in sella ad una Aprilia, concludendo la sua ultima stagione nel motomondiale con un 15º posto. Successivamente ha partecipato al mondiale Supersport, il Campionato Italiano Velocità categoria Supersport ed il Campionato Europeo Supersport, arrivando nel biennio 2012-2013 al terzo posto in classifica in sella ad una Kawasaki.

Lo ricorda su Twitter il giornalista Paolo Beltramo, che ha scritto: “Purtroppo oggi se ne è andato Mirko Giansanti, ottimo pilota e brava persona. Ciao Mirko, buon viaggio… “. Il collega Danilo Petrucci , che lavorò con lui nel 1999 nella squadra ternana di Marco Antinucci, ha dichiarato:”Mi piace ricordarlo come una persona perbene, un ragazzo dal carattere schivo e riservato, che era una eccezione nel circus rumoroso del motomondiale“.

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