Michael Schumacher e l’inedito dettaglio sullo storico sorpasso subito da Mika Hakkinen a Spa

L’indimenticabile sorpasso di Hakkinen su Schumacher andato in scena nel 2000 sulla pista belga di Spa, sarebbe stato agevolato da un inedito retroscena, svelato a distanza di 20 anni dall’ingegnere che progettò i motori della Rossa.

Michael Schumacher e l’inedito dettaglio sullo storico sorpasso subito da Mika Hakkinen a Spa

Vent’anni fa la pista belga di Spa-Francorchamps fu teatro di uno dei sorpassi più celebri della storia della Formula 1. A poche tornate dalla bandiera a scacchi, Mika Hakkinen alla guida della sua McLaren Mercedes riuscì a riconquistare la prima posizione, superando in un colpo solo il leader della gara Michael Schumacher e il doppiato Ricardo Zonta.

Quella manovra, tutt’oggi reputata una delle più entusiasmanti di sempre, continua a rimanere impressa nella mente di tifosi e appassionati, che l’hanno elevata a vero e proprio capolavoro da cineteca. Simbolo stesso della bravura di Mika Hakkinen, quel sorpasso messo in atto in fondo al rettilineo del Kemmel ha anche rallegrato i detrattori del tedesco, che da quel momento hanno sfruttato l’episodio per mettere in dubbio le sue reali capacità al volante.

Oggi, a distanza di un ventennio, emerge però un interessante retroscena che spiegherebbe perché il finlandese riuscì a sopravanzare in quel modo il suo rivale nella corsa al titolo. A svelarlo è stato l’ingegnere Pino D’Agostino, uno dei pilastri di quella squadra che si apprestava ad iniziare uno dei cicli più vincenti nella storia di questo sport.

Conosciuto dagli appassionati per essere colui che cantava l’Inno di Mameli sotto il podio di ogni gara vinta dal Kaiser di Kerpen, il responsabile dei motori in pista ha svelato che il sorpasso fu agevolato da un errore commesso ai box della Ferrari. Come da lui dichiarato, su un tracciato in cui le condizioni meteo sono storicamente variabili, “il meccanico che doveva montare l’aerodinamica per la gara montò una delle due ali compatibile con la pista asciutta, mentre l’altra ala adatta alla pista bagnata”.

Detto in altre parole, l’assetto della monoposto del futuro sette volte campione del mondo non era ottimale. Questo dettaglio favorì di fatto il finlandese della McLaren, che con quella perla riuscì a salire sul gradino più alto del podio. L’ingegnere per confermare quanto Schumi fosse un uomo squadra, ha altresì precisato che l’ex ferrarista non scaricò mai le responsabilità sul muretto. “Nonostante in molti gli diedero del pollo, Michael non disse mai che si trattò di un problema diverso”.

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