A poco più di un mese dall’inizio del mondiale di Formula 1, sono molti gli spunti di riflessione che fanno discutere tifosi e addetti ai lavori. Oltre al futuro di Vettel ed Hamilton, entrambi in scadenza di contratto, anche Verstappen e Leclerc suscitano grandi attenzioni essendo i giovani più promettenti della loro generazione.
A fronte di queste tematiche, esiste però una nutrita fetta di appassionati che crede che la Formula 1 di oggi sia noiosa e non più in grado di poter emozionare con un tempo. A non vederla in questo modo troviamo Jean Alesi, ex pilota che dal 1991 al 1995 ha corso per la Ferrari, lasciando tra i tifosi un ricordo molto positivo.
Intervistato dal programma di Rai Radio Due I Lunatici, lo storico compagno di squadra di Gerhard Berger ha dichiarato che la Formula 1 di oggi sarebbe tutt’altro che soporifera. Il problema sarebbe tutto da ricondurre ai diversi punti di vista. “Siamo noi che la guardiamo in modo diverso. Siamo un po’ tutti più viziati. I piloti sono preparati e allenati, le macchine sono veloci e potenti, la Formula 1 regala sempre grandi battaglie. A me piace” ha sentenziato l’opinionista sportivo di origini siciliane.
Quanto torna poi a parlare del passato, è lui stesso a far presente la sua innata passione per i motori. Cresciuto nel garage del padre carrozziere, non aveva alcuna intenzione di andare a scuola. La sua unica intenzione era guidare, ragion per cui trovarsi in Ferrari fu il coronamento di un grande sogno che solo in pochi possono realizzare.
Su quegli anni a Maranello, le sue dichiarazioni sono inequivocabili. “Sono indimenticabili. Vedere i tifosi che ancora oggi mi ricordano mi fa sempre molto piacere. Non potrò mai dimenticare la vittoria al Gp del Canada nel 1995. Era il mio compleanno, fu una giornata pazzesca” ha precisato su quella che fu la sua unica vittoria in Formula 1. Con un’auto spesso alle prese con problemi di affidabilità, era finalmente riuscito ad agguantare quella vittoria che troppo spesso gli era sfuggita di mano. Proprio per questo motivo ha voluto concludere facendo presente che “arrivare a Maranello, entrare a Fiorano, guidare sulla pista, è una cosa unica. Quello che vivi in Ferrari non lo vivi in nessun altro posto al mondo”.