Quando sono da poco le passate le 13.30 (ora italiana) di domenica 17 settembre, chiunque fosse sintonizzato sul canale dove veniva trasmessa la gara di formula 1 del Gp di Singapore, ha sentito come un brivido scorrergli dietro la schiena, accompagnato da una chiara sensazione di cattivo presagio: quando le prime gocce di pioggia inziano a cadere su Marina Bay, ogni buon tifoso del Cavallino Rampante ha capito che quantomeno quella gara, che doveva essere in discesa e segnare il riscatto della Rossa in chiave mondiale, sarebbe stata una gara molto più difficile del previsto. Quando a pochi secondi dal via, proprio durante il giro di formazione, la pioggia si è addirittura intensificata, ogni tifoso Ferrari ha capito che sarebbe stato un stato un pomeriggio pieno di tensione. Si sa, la pioggia per le Rosse è una vera e propria iattura.
Griglia di partenza, le vetture sono schierate; si accendono i semafori e scatta il verde. La partenza di Sebastian Vettel è mediocre, mentre quella dell’altro ferrarista Kimi Raikonnen è fin troppo straordinaria. In mezzo le due Red Bull di Ricciardo e Verstappen. Quando proprio quest’ultimo prova asferrare il suo attacco alla prima posizione di Vettel, ecco che parte la battaglia tra i due, con il ferraristi che prova a chiudergli la porta sbarrandogli la traiettoria. Entrambi però, hanno fatto i costi senza l’oste, perchè nel frattempo che Vettel e Verstappen erano concentrati l’uno sull’altro, alla sinistra della vettura Red Bull ecco piombare Raikkonen che piazza la sua posteriore tra le ruote di Verstappen, che si ritorva in un improvvisato quanto pericoloso sandwich Ferrari.
Tra i tre le cose vanno inevitabilmente a finire male: triplo contatto tra le tre vetture con Verstappen e Raikkonen che escono direttamente fuori dalla pista (non prima ovviamente di aver trascinato nella carambola anche altri piloti come Alonso), mentre Sebastian Vettel, nonostante la violenta botta alla fiancata, ha tentato di proseguire la gara tallonata subito da Lewis Hamilton che intanto ha bruciato tutti sulla griglia di partenza.
La Ferrari di Vettel prosegue ancora per qualche metro salvo poi finire in testacoda a causa del liquido di lubrificazione che fuorisciva dal motore e che finendo sulle ruote ha fatto perdere il controllo della macchina al pilota. Urto contro il muro, che fa sì che anche l’alettone anteriore venga danneggiato e così anche l’ultima Ferrari rimasta in gara è costretta al ritiro. A prendersi il comando della gara (cosa impensabile fino a pochi istanti prima della partenza) è proprio il pilota della Mercedes.
La gara si chiuderà proprio con la vittoria di Hamilton e il secondo posto di Ricciardo (che per quanto i tifosi della Ferrari potessero sperare, non ha avuto abbastanza ritmo per inficiare il primato di Hamilton, nonostante tre interventi della safety car che ha più volte compattato il gruppo fornendo ottimi spunti colti soprattutto dal gruppetto centrale dei piloti). Insomma, una gara che doveva segnare il riscatto della Ferrari, che doveva essere l’occasione vincente per fare in modo che Vettel si riprendesse la vetta della classifica, rifilando anche qualche punto di vantaggio ad Hamilton, si è trasformata da sogno in un incubo.
Adesso si guarda alla Malesia, consapevoli che da questo punto in avanti, se si vuole pensare a vincere il mondiale, non si potrà più sbagliare neanche un colpo. Anche perchè come ci ha insegnato la gara di poche ore fa, c’è chi della sfortuna altrui riesce (eccome) ad approfittarne.