Formula 1: Hamilton ancora sul tetto del mondo. Perfetto in pista, ma quando apre bocca…

Lewis Hamilton domenica ha coronato una stagione pressoché perfetta con il quarto titolo iridato. I numeri sono impressionanti e nelle prossime stagioni verranno ritoccati. Da rivedere però sono anche alcune sue esternazioni, spesso caustiche ed irriverenti.

Formula 1: Hamilton ancora sul tetto del mondo. Perfetto in pista, ma quando apre bocca…

E’ l’uomo copertina del mese di ottobre. E’ probabilmente l’uomo copertina degli ultimi quattro anni, nel bene e nel male. Lewis Hamilton è un personaggio che spacca e divide tra chi lo ammira per le sue imprese sportive e chi lo detesta per le sue dichiarazioni arroganti. Di certo, però, è l’unico ‘testimonial’ in grado di far parlare di questo sport, dentro e fuori la pista. Look stravaganti, atteggiamenti da star hollywoodiana, prese di posizione su argomenti scottanti (ultima in ordine cronologico la difesa dei giocatori dell’NFL contro le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump), utilizzo sconfinato dei social network per avere sempre con sé i propri tifosi.

Ma soprattutto maggior numero di pole position ottenute – 72, superato Schumacher a Monza – secondo pilota per numero di Gran Premi vinti – 62, Schumacher è lontano ‘solo’ 29 lunghezze – 116 podi in 206 gare. Domenica è entrato di prepotenza nell’elite dell’automobilismo, in quella cerchia ristretta di piloti composta da Alain Prost e Sebastian Vettel, vincitori anche loro di 4 titoli mondiali. Meglio di loro soltanto Juan Manuel Fangio (cinque volte iridato) e il Kaiser che, se le cose continueranno a girare per il verso giusto nel giro di tre o quattro anni, rischia seriamente di essere raggiunto e superato. Ineccepibile, il binomio Hamilton-Mercedes è uno dei più esplosivi della Formula 1 recente, avvicinabile allo strapotere Ferrari-Schumacher (2000-2004) e superiore a quello Vettel-Red Bull (2010-2013). Proprio quel Sebastian Vettel che è stato il co-protagonista di una stagione lottata punto su punto fino alla tripla trasferta asiatica che ha sancito la fine dei sogni di gloria del team di Maranello e ha portato ancora una volta sul tetto del mondo il fenomeno anglo-caraibico. Il britannico ha disputato una stagione impeccabile, in difficoltà soltanto in Russia e Austria dove è giunto comunque quarto accompagnato da una concentrazione che forse non aveva mai mostrato in tutta la sua carriera. Sì probabilmente Lewis IV è all’apice del suo florido regno.

Ma non è tutto oro quel che luccica. A fare da contraltare alle prestazioni sportive ci sono dichiarazioni al vetriolo, frecciatine ai rivali, qualche lamentela di troppo, persino ingiustificata e la sensazione di essere vittima di un complotto quando le cose non girano per il verso giusto. In un’intervista a 360° rilasciata a Sky Sport nell’ultimo fine settimana l’attenzione torna a quanto successo lo scorso anno durante lo scontro fratricida con l’amico/rivale Nico Rosberg che gli ha inflitto una sconfitta che – seppur non lo ammetterà mai – non ha ancora digerito. “Direi che l’addio di Nico Rosberg ha aiutato la squadra in termini di armonia […]. Ognuno ha diritto ad avere la propria opinione, ma magari un giorno ci scriverò un libro, scriverò quello che alcune persone sanno già. Ma probabilmente lo farà Nico prima di me visto che adesso ha molto più tempo libero“: questo l’ultimo capitolo della saga Hamilton-Rosberg che, nonostante il tedesco si sia ritirato dopo aver coronato il suo sogno, ogni tanto torna d’attualità. Una frecciatina pungente e velenosa che Nico non ha raccolto: “Congratulations Lewis. Well deserving champion! Also brilliant for Team Mercedes to clinch both titles” (“Congratulazioni Lewis. Campione con merito. E’ sempre fantastico per il team Mercedes conquistare entrambi i titoli“).

L’intervista a Sky Sport poi tocca un altro argomento clou: la sfida Hamilton-Vettel tanto acclamata da giornalisti e addetti ai lavori quanto realizzata nel corso di questa stagione. Entrambi con quattro titoli, entrambi dominatori rispettivamente con Mercedes e Red Bull. Record su record, vittorie su vittorie (62 il britannico, 46 il tedesco) e un 2017 sul filo di lana fino al 17 settembre quando in quel di Marina Bay si consumava un tragico epilogo sportivo per il Cavallino dopo appena 300 metri. Di lì in avanti abbiamo assistito alla cavalcata solitaria e incontrastata di King Lewis. E proprio qua emerge un altro aspetto: Hamilton che tanto aveva acclamato una lotta ‘ruota a ruota’ con Vettel al termine dei test invernali per “avere la possibilità di misurarsi con il migliore e più titolato in attività” adesso fa spallucce: “Eguagliare il numero di titoli di Seb non ha un gran significato per me. Quando eguagli uno che è nella tua stessa era non significa tantissimo perché naturalmente io penso che avrei potuto farlo prima. Dentro di me ho la sensazione che se avessi avuto la macchina per lottare con lui in quei quattro anni in cui ha vinto i Mondiali la battaglia sarebbe andata come quella di quest’anno“. Un po’ ingeneroso nei confronti dell’unico pilota in grado di dare una grande importanza a questo suo quarto titolo, pienamente meritato al di là degli errori e delle sfortune occorse all’avversario.

Lewis, personaggio a tutto tondo. L’unico davvero in grado di far parlare di sé, a cui piace stare al centro dell’attenzione. Amato e odiato, ammirato ma spesso anche criticato, controverso ma assolutamente mai banale. Migliorarsi in pista sarà difficile visto il livello spaziale ormai raggiunto: miglioramenti nella comunicazione possono essere fatti. Ma si sa.. un pilota è pagato per vincere, non per essere simpatico.

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