Ferrari: Arrivabene silurato per il suo atteggiamento dispotico ed intimidatorio

Dopo l’addio di Arrivabene, emergono alcuni retroscena sulla gestione dell’ex Team Principal della Ferrari. Secondo il giornalista britannico Mark Hughes, sarebbe stato appiedato per la sua gestione dispotica ed intimidatoria.

Ferrari: Arrivabene silurato per il suo atteggiamento dispotico ed intimidatorio

Di un possibile addio di Maurizio Arrivabene se ne parlava già da tempo, così come delle inconciliabili incompatibilità con Matteo Binotto, il direttore tecnico della Scuderia Ferrari. Tra i due, a spuntarla è stato alla fine il 49enne ingegnere nato a Losanna, che proprio a seguito dell’addio di Maurizio Arrivabene, ha ottenuto la promozione a Team Principal della Rossa. La scelta, mossa con l’esigenza di riportare serenità all’interno della Gestione Sportiva, ha anche fatto emergere alcuni retroscena finora non trapelati.

Secondo il giornalista britannico Mark Hughes – che ha condotto un approfondito esame della vicenda, i cui esiti sono stati pubblicati su Motorsport Magazine – quella presa dalla Ferrari non poteva che essere la scelta più logica. Maurizio Arrivabene non era più considerato l’uomo giusto al quale affidare la gestione della squadra, e ciò per una serie di motivi.

In primo luogo Arrivabene non poteva vantare le stesse competenze tecniche di Binotto. L’ex manager della Philip Morris, ha maturato sul campo una grande esperienza a livello commerciale, ma dal punto di vista della progettazione di un’auto, non poteva certo competere con l’ingegnere meccanico entrato a Maranello nel 1995. Il rischio era quindi quello di perdere Binotto, che non avrebbe più visto di buon occhio il ruolo più importante di Arrivabene.

Ma a condannare Maurizio Arrivabene ci sarebbe stato anche qualcos’altro. A pesare non è stato tanto l’incapacità di vincere il mondiale nel 2018, ma la sua scarsa capacità organizzativa e motivazionale. Nonostante le sue dichiarazioni più volte rilasciate alla stampa, l’ex Team Principal aveva un carattere molto poco collaborativo. Dalla ricostruzione del giornalista inglese, si può evincere che quella che Arrivabene intendeva come leadership, per le persone intorno a lui altro non era che una forma di bullismo.

È stato un despota con i suoi inferiori, ma senza riuscire a compensare con qualità ispirazionali” ha aggiunto Mark Hughes. Arrivabene avrebbe gestito l’ambiente “attraverso una cultura di intimidazione e paura”; Binotto lo aveva percepito e confessato a Sergio Marchionne, che era conscio che senza questo blocco, la creatività degli uomini in rosso avrebbe potuto trarne giovamento. E l’ex numero uno di Fca aveva già deciso di sostituirlo proprio in ragione di queste pecche.

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